Alla fine è successo quello che in molti sospettavano da tempo: Meta ha annunciato licenziamenti a seguito della crisi del settore tech. Migliaia di dipendenti di Facebook rischiano adesso il posto di lavoro.
Che questo sia stato un anno da incubo per le grandi compagnie del settore tech, non è certo una novità. Ormai da mesi infatti si parla della crisi che stanno attraversando colossi come Amazon o Meta.
Anche i grandi colossi della tecnologia risentono infatti della recessione che sta colpendo, e che è passata in primo luogo per consistente riduzione delle entrate da parte del mercato pubblicitario.
E in fondo, anche per il tipo di filosofia aziendale che ha da sempre caratterizzato queste aziende, che alla fine dell’anno molte di queste decidessero di ridurre il personale, era purtroppo qualcosa di prevedibile. È infatti notizia di questi giorni che Meta ha ufficializzato il via libera a migliaia di licenziamenti in tutto il mondo. A perdere il posto di lavoro all’interno dell’azienda di Mark Zuckerberg saranno circa undicimila persone. Un numero che in molti stimano rappresentare attualmente circa il tredici per cento della forza lavoro complessiva all’interno di Meta.
Segno di come Zuckerberg stia prendendo molto sul serio il difficile momento storico, e abbia forse preso atto di essersi espanso più del previsto negli anni scorsi. Il fondatore di Facebook come si può leggere nel comunicato ufficiale dell’azienda, scrive che “Stiamo inoltre adottando una serie di misure aggiuntive per diventare un’azienda più snella ed efficiente, tagliando le spese discrezionali ed estendendo il blocco delle assunzioni fino al primo trimestre”.
Zuckerberg in queste righe ha anche fatto mea culpa, affermando di essersi forse lasciato trasportare dall’entusiasmo che il boom economico verificatosi durante la pandemia aveva portato alla sua azienda. Nei mesi del lockdown infatti, aziende come Facebook e Amazon sono cresciute a dismisura, registrando profitti record per via dell’impossibilità delle persone di interagire a acquistare in presenza. Scrive Zuckerberg: “Purtroppo non è andata come mi aspettavo, non solo il commercio online è tornato alle tendenze precedenti, ma la flessione macroeconomica, l’aumento della concorrenza e la perdita del settore pubblicitario” hanno fatto sì che i nostri ricavi fossero molto più bassi di quanto mi aspettassi”.
E se a un lato il proprietario di Meta chiude il comunicato prendendosi tutte le responsabilità di questo fallimento, resta comunque il fatto che adesso a pagare le conseguenze di questa sopravvalutazione della sua azienda, saranno come sempre i dipendenti.
Era il 4 Febbraio del 2004 quando Facebook veniva per la prima volta proposto sul mercato. Un giovane Mark Zuckerberg lo inaugurò infatti come un social media pensato appositamente per le università. Un modo per aiutare gli studenti a conoscersi meglio. Quello era solo l’inizio di una scalata miliardaria che avrebbe ad esempio portato l’uomo nell’anno 2021 ad acquisire anche Instagram per l’incredibile cifra di un miliardo di dollari, creando, insieme anche all’acquisto della piattaforma di messaggistica istantanea WhatsApp, un ecosistema digitale unico nel suo genere, di cui il metaverso diventa adesso la sua ideale prosecuzione.
C’è poi anche un altro settore su cui meta negli ultimi anni ha deciso di investire in modo particolare, di cui si parla spesso troppo poco. Meta è infatti coinvolta in un progetto chiamato Internet.org il cui scopo è quello di aiutare a diminuire il digital divide nelle zone più disagiate del mondo.