L’affrancamento dal Bollo auto è possibile. Così come la riduzione o il dimezzamento. Basta attenersi a determinati requisiti. Lo stesso vale per le agevolazioni.
Non è un mistero che i rapporti fra i contribuenti italiani e il Bollo Auto non siano fra i più idilliaci. Anzi, il solo confronto che regge è quello con il Canone Rai, probabilmente l’unica tassa a essere detestata di più.
Naturalmente, un quadro fiscale che si rispetti non manca di schierare in campo le sue eccezioni. Nello specifico, sotto forma di esenzioni dal tributo dovuto. In sostanza, delle situazioni in cui il Bollo Auto può essere evitato, in quanto il contribuente diviene destinatario di uno dei casi di affrancamento previsti per legge. Senza contare la possibilità, variabile, di usufruire di alcuni sconti. Quella sul possesso dell’automobile è infatti una tassa regionale, soggetta potenzialmente a modifiche a seconda delle decisioni delle varie amministrazioni. Non che le regole generali varino: il calcolo della tassa regionale automobilistica avviene in primis con l’iscrizione della vettura al Pubblico Registro Automobilistico e interesserà tutti i proprietari effettivi di un veicolo.
Alla legge non si sfugge, anche ragionando in termini generici. Perché le eventuali agevolazioni non saranno che al netto di qualche intervento mirato o, nondimeno, subordinate al possesso di specifici requisiti. Ad esempio, se l’auto fosse confinata nel proprio garage per tutto l’anno ma fosse regolarmente iscritta al Registro, il Bollo dovrà essere pagato. Sarà probabilmente nota la polemica social legata a un’automobile parcheggiata, ormai da svariati anni, nello stesso punto di una via di Roma. Tuttavia non rimovibile in quanto Bollo Auto e assicurazione risultano regolarmente pagati. In pratica, essere in regola con la Legge ha i suoi vantaggi. Tuttavia, qualche deroga è concessa.
Per quanto riguarda il Bollo Auto, va detto, i casi di esenzione sono piuttosto limitati. Si tratta infatti di una tassa di possesso, ossia collegata a un bene detenuto per il quale si presume una certa disponibilità reddituale. In questo senso, non faranno eccezione nemmeno i veicoli acquistati in leasing: i proprietari, o per meglio dire i locatari, saranno tenuti al pagamento della tassa tanto quanto gli acquirenti standard. Per quel che riguarda il calcolo, l’operazione è abbastanza semplice. Basterà recarsi sul sito dell’Automobile Clube d’Italia (Aci) e procedere tramite la piattaforma dedicata (oppure sul portale “Calcolo Bollo Auto”), nella quale inserire i dati della vettura e ottenere la somma da versare una volta all’anno. Con possibilità di veder comminata qualche sanzione nel caso in cui si fosse in ritardo sui pagamenti.
Tutto trasparente dunque. Con possibilità di ammortizzare il pagamento in caso di particolari condizioni economiche, opportunità generalmente concessa da tutte le Regioni. Difficilmente, tuttavia, si potrà sforare il tetto delle tre rate mensili. Durante la pandemia erano state previste alcune agevolazioni specifiche, trattate però da singole amministrazioni e non distribuite a livello nazionale. Circostanza che aveva portato erroneamente a ritenere prossima una cancellazione della tassa. Eventualità totalmente da scartare anche se, come detto, non mancano le possibilità di esenzione, nonché di forti incentivi per l’acquisto di auto a basso impatto ambientale (addirittura con possibilità di esenzione dal Bollo Auto per i primi anni). Un esonero totale, invece, è previsto per chi grava in stato di invalidità, secondo i criteri della Legge 104.
Ipotesi remota ma comunque plausibile, il possesso di un’auto immatricolate almeno trent’anni fa. In questi casi, il Bollo non sarà altro che un importo forfettario, generalmente compreso fra 11 e 30 euro. Importo dimezzato, invece, per vetture immatricolate fra i 20 e i 29 anni fa. Sarà tuttavia necessario, in entrambi i casi, il possesso del Certificato di Rilevanza storica concesso dall’Automotoclub Storico Italiano (Asi).