Non sarà semplice per il vecchio continente trovare una fornitura di gas alternativa a quella russa. Anche perché il GNL che arriva dall’America non basta, Vediamo nel dettaglio cosa sta succedendo.
In Europa non è certo un segreto che la vera sfida con Putin, iniziata a seguito della decisione di Mosca di invadere l’Ucraina, si stia giocando sul fronte del gas.
Le nazioni occidentali, che fin dall’inizio hanno deciso di combattere il Cremlino attraverso le sanzioni economiche, si trovano ancora in una situazione molto delicata.
La decisione di Putin di diminuire le forniture verso il vecchio continente, come nuovo capitolo di questa guerra appena iniziata, ha portato il nostro paese ad attivarsi per cercare di sostituire le quote di gas che fino ad adesso, ci erano regolarmente fornite dalla Russia. Di recente ad esempio, sia l’Ue che l’agenzia di rating hanno lodato il fatto che il nostro paese è riuscita nell’obiettivo di riempire del 95 per cento gli stoccaggi di gas, portando dunque avanti un piano di indipendenza energetica per il vecchio continente, che si sta delineando in questi mesi.
Resta però il fatto che se a gennaio arriva un inverno più freddo del solito, è quasi impossibile che queste scorte si rivelino sufficienti. E non è la sola cattiva notizia che il nostro paese ha dovuto affrontare negli ultimi giorni.
Al momento infatti, per supportare l’Europa in questa difficile guerra, l’America sta inviando ampi quantitativi di gas liquido, GNL, per supportare e soddisfare una domanda lasciata scoperta dalla mancanza di forniture russe. Secondo la società di consulenza ignlese Time Energy “La buona notizia è che la Russia sembra aver giocato la sua ultima carta in termini di influenza del gas sull’Europa. Tuttavia, le sfide dell’Europa non scompariranno con i narcisi la prossima primavera”.
Gli esperti hanno stimato che al momento, per poter sostituire in modo significativo le quote di gas russo destinate al vecchio continente, l’Europa dovrà cercare di acquistare almeno altri quaranta miliardi di metri cubi di gas. Un volume che il GNL che arriva dagli Stati Uniti non è assolutamente in grado di soddisfare.
La Russia dal canto suo continua a dichiarare al mondo intero come l’Europa, nello scegliere di schierarsi dalla parte dell’America ha dato ufficialmente inizio al suo “suicidio energetico”, espressione utilizzata alcuni giorni fa, al forum economico euroasiatico che si è tenuto nella città di Baku, dal vice ministro degli esteri russo Alexander Grushko. La situazione è oggettivamente difficile e molti esperti sostengono che l’unico motivo per cui non ce ne stiamo accorgendo, è legato al fatto che l’autunno si sta dimostrando molto più caldo del previsto, con intere regioni che al momento hanno utilizzato il gas per i riscaldamenti il minimo indispensabile.