L’insolvenza è sempre una condizione scomoda, sia che i debiti siano contratti con la banca che con lo Stato. Con alcune differenze.
Contrarre debiti significa ragionare in modo diverso, giocoforza, sulla gestione delle proprie finanze. Tenendo conto, naturalmente, del peso specifico che essi avranno e, soprattutto, delle scadenze che metteranno in calendario.
A meno che non si navighi in acque economiche tali da rendere pressoché impossibile farvi fronte. In questi casi, le procedure non variano di molto a seconda che il debito in questione sia contratto con una banca piuttosto che con una finanziaria. Il punto è che l’inconveniente del pagamento differito (o addirittura non effettuato) è piuttosto frequente, specie di questi tempi. Con conseguenze precise e stabilite dalla Legge. La quale, però, tiene conto anche delle ragioni delle insolvenze. Il problema, in sostanza, è che alcuni contribuenti non possono far fronte ai propri debiti per motivazioni legate unicamente alla propria condizione finanziaria. Magari dovuta alla mancanza di un lavoro o al fallimento della propria attività. Ragioni, in pratica, che rendono estremamente difficile riuscire a mantenere uno status di autosufficienza.
Ciò che non è chiaro, semmai, è se accantonare i propri debiti nella consapevolezza di non poterli onorare (attendendo che si manifestino le conseguenze del caso) sia un atteggiamento saggio. In linea generale, ragionare sul caso assieme alla banca o alla finanziaria sarebbe comunque un primo passo per capire innanzitutto se la dilazione del dovuto sia possibile. O almeno un allungamento delle scadenze come primo ma importante lenitivo. In caso di debiti contratti con lo Stato, relativi ad esempio a tasse (Imu, Tari, Bollo auto) e pendenze fiscali varie, il beneficio della rateizzazione è quasi sempre concesso. Un frazionamento del dovuto per agevolare coloro in condizioni economiche più difficili. Anzi, prima dell’invio della cartella esattoriale, lo Stato provvede a inviare una serie di avvisi che mettono il debitore in condizione di gestire il tempo a disposizione per pagare quanto richiesto.
Avere debiti, come evidente, non è mai una situazione facile. Anche perché, in un modo o nell’altro, il creditore finirebbe sempre per bussare alla porta. E, soprattutto, a fronte di lunghe insolvenze si rischierebbe seriamente di andare incontro a sanzioni pesanti, applicazione di interessi e, addirittura, azioni come il pignoramento. Situazioni che, purtroppo, sono abbastanza frequenti, specie in relazione a tempi come quelli che stiamo vivendo, segnati da crisi economiche e sociali di profonda rilevanza. E, soprattutto, comuni alla stragrande maggioranza della popolazione civile. In questo senso, i debiti possono essere esistenti non solo con lo Stato ma anche con banche (mutui accesi ad esempio) e finanziarie (magari per l’acquisto di un’auto). Pendenze con tali enti, significherebbe avere un margine estremamente inferiore per gestire le proprie finanze.
A fronte di una situazione difficile, lo Stato concede dilazioni, tempi aggiuntivi e, in casi estremamente particolari, addirittura la cancellazione del debito. Cosa che, chiaramente, non avviene né con le finanziarie né tantomeno con le banche. In caso di debiti contratti e non saldati anche per brevi periodi, gli enti creditori inizierebbero immediatamente le pratiche di sollecito. E, in caso di perdurante insolvenza, quelle alternative al pagamento, dai decreti ingiuntivi ai pignoramenti fino agli sfratti. Soluzioni estreme che raramente possono essere applicate in caso di insolvenza con l’erario.
Senza contare la segnalazione alla Centrale Rischi Finanziari (Crif) come cattivo pagatore, con compromissione della propria credibilità creditizia, con durata variabile in base al credito accumulato. Si va dai 6 mesi per finanziamenti in corso di istruttoria a 36 per gli insolventi cronici. In pratica, a parità di condizioni, ritardare il pagamento della Tari appare come il male minore rispetto al saltare la rata di un mutuo. Non che le conseguenze non vi siano ma, di sicuro, il guaio sarebbe più gestibile rispetto a un creditore che andrà ad esigere il proprio denaro tutto e subito.