Le agenzie di rating negli ultimi mesi hanno confermato per il nostro paese un outlook stabile. Moody’s ha però inviato una missiva al governo italiano in cui esprime preoccupazione per l’entità del nostro debito pubblico.
La situazione nel nostro paese continua ad essere molto difficile, con dei rincari energetici che hanno ormai portato allo stremo milioni di persone in tutta Italia.
Le bollette di luce e gas sono infatti sempre più alte e la situazione è andata molto oltre il livello di guardia, al punto che la stessa Arera stima che inizieremo a vedere dei ribassi su queste utenze soltanto a partire dal 2023.
Inflazione alle stelle, l’Occidente si prepara alla recessione ma per l’Italia arriva una notizia positiva
L’inflazione continua ad essere alle stelle, anche se in questo caso parliamo di un problema che riguarda l’intero Occidente, che sta gradualmente finendo in una recessione economica senza precedenti, dominato dal fenomeno stagflattivo. Insomma, il futuro economico del nostro paese al momento resta preoccupante, ma per fortuna in questi giorni è arrivata una buona notizia da parte del mondo della finanza. L’agenzia di rating Dbrs ha infatti comunicato di aver confermato il rating italiano, che resta stabile nella sua classificazione high BBB.
Un chiaro segnale di come al momento, nonostante un situazione molto difficile, l’agenzia di rating non veda un tracollo così probabile per la nostra nazione.
Agenzia di rating Dbrs: “Lieve recessione il prossimo anno”
Il motivo viene spiegato nello stesso comunicato diramato da Dbrs: “I progressi compiuti nella diversificazione dell’approvvigionamento di gas del Paese e l’aspettativa che il nuovo governo non si discosti in modo significativo da un orientamento fiscale prudente compensano il deterioramento delle prospettive di crescita del Paese. Non sei una lieve recessione il prossimo anno, in particolare se l’inflazione dovesse comprimere i redditi reali più del previsto in concomitanza con la riduzione delle forniture di gas e/o con un inverno freddo, che probabilmente scatenerà un certo razionamento del gas” nell’importante settore manifatturiero”.
Non si può comunque non notare quanto curiosa possa risultare l’espressione “lieve recessione” in un momento in cui in realtà le banche centrali non sembrano avere un reale controllo della situazione.
Agenzie di rating soddisfatte dal lavoro di Draghi: stoccaggi di gas riempiti del 95 per cento
Si può davvero assicurare in questo modo che la recessione che aspetta l’intero Occidente il prossimo anno sarà più soft di quella che si immaginava qualche mese fa? Uno dei motivi che induce tranquillità nell’agenzia di rating è legato al fatto che al momento gli stoccaggi di gas del nostro paese sono stati riempiti del 95 per cento, anche oltre l’obiettivo che si era dato il governo.
Scrive l’agenzia come l’ex governo Draghi “ha introdotto un piano per ridurre moderatamente il consumo di gas. Questi fattori, insieme a un elevato ammontare aggregato di risparmi e a un probabile ulteriore sostegno fiscale per le famiglie vulnerabili, dovrebbero attenuare il rischio di un impatto negativo sull’economia, anche se le imprese con bassi margini di profitto e una minore capacità di trasferire i costi più elevati ai clienti dovrebbero risentirne”.
L’avvertimento di Moody’s sul debito pubblico italiano, lettera inviata subito dopo l’insediamento della Meloni
Questo però occorre ricordarlo, è il giudizio di una singola agenzia. Ad esempio, la ben più nota agenzia di rating Moody’s aveva deciso il mese scorso di non aggiornare il suo outlook sull’Italia, in attesa di comprendere al meglio quale sia la strategia politica del nuovo governo di centrodestra che si è appena insediato. Moodys’ subito dopo il voto ha poi inviato una comunicazione al nostro paese, dichiarando come al momento, le preoccupazioni riguardo l’entità del debito pubblico della nostra nazione restano molto forti.
Una presa di posizione dunque diversa da quella presa Dbrs. Anche Standard and Poor’s ha invece seguito la line di Dbrs e confermato un outlook stabile per l’Italia, ma va detto che questo era stato ribassato nel mese di luglio, quando si era già iniziato a parlare di dimissioni anticipate da parte di Draghi.