Non è un segreto che la Meloni abbia sempre giudicato in modo negativo il reddito di cittadinanza come strumento di welfare. Ma davvero verrà eliminato? Vediamo nel dettaglio cosa sta succedendo.
Con il nuovo governo Meloni che sta per insediarsi, sono tanti gli italiani che adesso si chiedono quale sarà il destino del Reddito di Cittadinanza.
Parliamo della misura simbolo dell’esperienza dei 5 Stelle al governo, ma che è stata sempre criticata e fortemente osteggiata sia dal centro che dalla strada, per via del fatto che secondo i suoi detrattori costituisce un incentivo per convincere le persone a non lavorare.
Ed effettivamente, nei piani del nuovo esecutivo guidato dalla leader di Fratelli d’Italia c’è l’obiettivo di cambiare questo sussidio, ma non però di eliminarlo. Anche perché, su questo tema si è espressa nelle scorse settimane anche la Commissione Europea, che ha raccomandato a tutti gli stati membri di non abolire gli strumenti di welfare, anche perché la recessione mondiale avanza inesorabile. Un appello simile era stato lanciato nel mese scorso anche dal Fondo Monetario Internazionale, che aveva avvertito che la grande crisi che sta per arrivare, colpirà in primo luogo le fasce più disagiate della popolazione.
Per questo, risulta indispensabile non andare a toccare nessuno strumento economico di sostegno a questa fascia della popolazione, se non si vogliono deprimere ancora di più i consumi.
Lo stesso Reddito di Cittadinanza varato in Italia, è stato indicato dalla Commissione Ue come una misura che ha svolto “un ruolo chiave durante le recessioni economiche”. Vi è anche da dire che la Meloni fin da subito ha deciso di prendere di petto alcune questioni chiaramente invise all’Ue, come ad esempio la scelta già annunciata di alzare il livello del contante utilizzabile dalle pressione, contro le raccomandazioni Ue in merito. Non è dunque da escludere che in seguito il governo possa fare sul reddito di cittadinanza delle scelte molto più forti di quelle intraviste sino ad adesso.
Resta però il fatto che si andrebbe a toccare un equilibrio economico molto pericoloso: con i rincari energetici alle stelle, e un costo della vita sempre più alto, andare a modificare i sussidi presi da chi è in forte difficoltà economica, potrebbe persino di questi tempi causare una vera e propria rivolta sociale.
Sicuramente la questione sarà chiarita tra qualche mese, quando il governo si troverà a comporre la sua prima legge di bilancio, andando a stabilire priorità politiche del nuovo esecutivo e portata degli interventi in tal senso.