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Attualità

Canone Rai, il pagamento tutto sulla pensione: bene o male?

Un fenomeno che non cessa di far parlare di se. Il canone Rai e l’avversione che gli italiani provano per la stessa tassa.

Il canone Rai resta una delle tasse più discusse di sempre. Mai come in questa specifica occasione gli italiani si sentono uniti nel portare avanti uno scontro, almeno di opinione rispetto ad un provvedimento ormai più che datato che proprio non va giù. Si contesta inoltre, ovviamente, la modalità di pagamento. Proprio non piace questa ultima versione che a breve però dovrebbe andare in qualche modo in pensione.

foto adobe

Il canone Rai nasce, un bel po’ di anni fa come vera e propria tassa di possesso della tv. Considerato all’epoca un bene di lusso, il televisore, il suo possesso per l’appunto, implicava il pagamento di una tassa. Con il passare degli anni e con l’avvento del concetto di tv quale bene di massa, chiaramente il canone viene esteso a tutti i possessori di un televisore in casa propria. La modalità di pagamento, classica, prevedeva il saldo di un classico bollettino.

Pochi però gli italiani disposti a pagare e cosi con l’evasione fiscale alle stelle, in merito allo stesso canone, si arriva al 2016 ed all’idea del Governo Renzi, di inserire la quota di canone all’interno delle bollette dell’energia elettrica. Il passo, impopolare come pochi, raggiunge però un risultato davvero incredibile in quanto ad abbonamenti pagati, come era ovvio che succedesse. Oggi, quella modalità è stata di fatto rigettata dalla stessa Unione Europea che per il 2023 chiede il ritorno alla vecchia formula.

In questi giorni, tra l’atro, scade il termine ultimo, fissato per il 15 novembre di richiedere per i pensionati la possibilità di addebito del canone Rai direttamente sulla propria pensione. La quota di 90 euro, annua, potrà essere addebitata nell’arco di undici mensilità direttamente dal cedolino pensione. Una ottima soluzione insomma, capace di rendere molto più agevole il pagamento dello stesso canone per chi magari non può concedersi il pagamento nella forma attualmente in vigore.

I pensionati che possono usufruire di questa particolare modalità di pagamento devono rientrare all’interno di precisi canoni reddituali. Nel caso specifico, infatti non bisogna superare in quanto a reddito di pensione i 18mila euro. Il tutto chiaramente è vincolato ad una precisa richiesta da formulare agli organi competenti per accedere alla tipologia di pagamento spiegato in precedenza. Il tutto, appare, ad ogni modo abbastanza semplice.

Canone Rai, il pagamento tutto sulla pensione: cosi si presenta la domanda di adesione

La richiesta di adesione al particolare programma, per cosi dire, che consente ai pensionati con reddito inferiore a 18mila euro di pagare il canone Rai attraverso undici piccole rate spalmate direttamente sulla propria pensione, va effettuata entro il 15 novembre dell’anno precedente secondo il seguente schema:

  • entro il 15 novembre 2021 doveva essere inoltrata con riferimento al canone Rai del 2022
  • entro il 15 novembre 2022 bisognerà formulare la richiesto per il pagamento a rate del canone RAI del 2023.

La richiesta, praticamente va effettuata nelle seguenti modalità:

  • tramite il servizio online INPS (in questo caso hai necessità dello SPID)
  • tramite Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile
  • attraverso enti di patronato e intermediari dell’Istituto, attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.

Lo scenario per chi presenta la domanda entro il 15 novembre 2022 prevedrà quindi undici mensilità da gennaio 2023 a novembre 2023. Non dimentichiamo, inoltre i casi di esenzione dal canone Rai previsti dalla legge. Gli over 75 con reddito non superiore agli 8mila euro saranno dunque esenti dal pagamento della tassa. Anche in questo caso è necessario effettuare una vera e propria richiesta di esenzione presso l’Agenzia delle Entrate.

I requisiti da rispettare nel caso specifico sono i seguenti:

  • aver compiuto 75 anni di età entro il termine per il pagamento del canone TV (attualmente il 31 gennaio e 31 luglio di ciascun anno)
  • non convivere con altri soggetti, diversi dal coniuge, o dal soggetto unito civilmente, titolari di un reddito proprio, fatta eccezione per collaboratori domestici, colf e badanti
  • possedere un reddito annuo che, insieme a quello del proprio coniuge (o del soggetto unito civilmente) non sia superiore a 8.000 euro.

Soluzioni su soluzioni insomma per i cittadini italiani. Vantaggi di vario tipo ed agevolazioni sul reddito. Il canone insomma si propone più che mai di essere strumento non del tutto ingiusto.

Published by
Paolo Marsico