A partire dall’1 marzo 2023, via alle istanze per il credito d’imposta sulle spese energetiche. Un nuovo passo in direzione delle rinnovabili.
Nonostante tutto, la transizione ecologica resta in piedi. O meglio, il progetto che la riguarda. Crisi, rincari e addirittura riaccensione preventivata delle centrali del carbone non frenano la volontà di adeguarsi al sistema delle rinnovabili.
Un piano europeo e del quale l’Europa chiederà conto, nonostante il rallentamento imposto dall’inflazione e dalla crisi energetica portata dalla guerra. Anche per questo, negli ultimi mesi, si è cercato (non sempre in modo fruttuoso) di convincere gli utenti a sposare la linea del risparmio energetico, apportando alla propria abitazione modifiche sostanziali legate innanzitutto all’efficientamento energetico. Cosa non facile, nonostante la presenza di agevolazioni e incentivi messi a disposizione per l’impianto di pannelli solari, fotovoltaici e altri dispositivi volti a utilizzare in ambito domestico le energie rinnovabili. Per il 2023, l’obiettivo non è cambiato: un ulteriore passo verso l’agognata transizione che, almeno nei piani da qui al 2050, dovrebbe contribuire a ridurre l’inquinamento apportato dai combustibili fossili.
Passo che si costituirà di una nuova spinta agevolativa che scatterà nel mese di marzo del 2023. A partire da quel momento, infatti, sarà possibile richiedere il credito d’imposta per le spese sostenute per le installazioni dei sistemi di accumulo dell’energia. I quali, a loro volta, saranno collegati a impianti alimentati da fonti rinnovabili attraverso mezzi specifici, come i pannelli fotovoltaici. È il Provvedimento dell’Agenzia delle Entrate dell’11 ottobre a stabilire termini e condizioni per l’accesso (e quindi il beneficio) all’agevolazione. La quale, per inciso, è stata inclusa nella Legge di Bilancio 2022, con riferimento alle spese sostenute per l’anno in corso.
Svolta rinnovabili, agevolazioni anche per il 2023: come richiederle per i sistemi di accumulo
Il bonus relativo ai sistemi di accumulo interessa le persone fisiche che, fra l’1 gennaio e il 31 dicembre 2022, hanno effettuato lavori di efficientamento energetico, installando dispositivi integrati con impianti di produzione elettrica. Alimentati, naturalmente, da fonti rinnovabili. L’agevolazione sarà valida anche per coloro che hanno già beneficiato degli incentivi per lo scambio di posizionamento. La data dell’1 marzo 2023 sarà lo spartiacque decisivo: da quel momento sarà infatti possibile inviare l’istanza tramite il servizio web messo a disposizione nell’area riservata dell’Agenzia delle Entrate. Attenzione però, perché le istanze potranno essere presentate entro e non oltre il 30 dello stesso mese. Appena trenta giorni a disposizione, dunque, per riuscire a rientrare almeno parzialmente delle spese sostenute per l’applicazione dei dettami della transizione energetica.
Entro i primi cinque giorni trascorsi dall’invio, sarà rilasciata una ricevuta attestante la presa in carico dell’istanza o, in caso, lo scarto. Comunicazione, quest’ultima, corredata dalle relative motivazioni. Le modalità di utilizzo del bonus sono speculari a quelle degli altri crediti d’imposta: inserimento in dichiarazione dei redditi sul periodo d’imposta 2022 oppure in riduzione delle imposte dovute. Il tutto con un margine di manovra poggiato su 3 milioni di euro di risorse. La percentuale del credito d’imposta spettante sarà comunicata entro i 10 giorni successivi al 31 marzo 2023, ossia il primo giorno dopo il termine ultimo per la presentazione delle istanze. Se il limite complessivo di spesa fosse superiore all’ammontare delle spese agevolabili, la percentuale sarà del 100%.