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Attualità

Lorenzo Fontana, carriera e guadagni del nuovo presidente della Camera

Ex europarlamentare ed ex ministro della Famiglia, il deputato leghista ottiene il seggio più alto di Montecitorio. Ecco chi è Lorenzo Fontana.

 

Dopo il Senato, è toccato alla Camera dei Deputati. Un passaggio obbligato, cruciale per definire il futuro della legislatura ventura. Anche Montecitorio ha un nuovo presidente.

Foto: Web

Elezione al quarto scrutinio, con 222 voti a favore sui 194 richiesti come soglia di maggioranza, Lorenzo Fontana ricoprirà la terza casella in ordine di importanza per quel che riguarda le cariche dello Stato italiano. Il Centrodestra vota compatto stavolta. Niente astensioni né ripensamenti dell’ultimo minuto, con la stessa leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, a riservare un plauso al deputato leghista, specificando che il suo partito ha “votato convintamente” per lui. Entusiasmo che non ha contagiato l’ala del Centrosinistra, estremamente critica in virtù delle posizioni politiche e sui diritti civili palesate in passato dal neo-eletto capo di Montecitorio. Critica mossa con tanto di striscione esposto in aula, con chiari riferimenti alle idee attribuite a Fontana.

A ogni modo, come per Ignazio La Russa il giorno precedente, il dato è stato tratto. Montecitorio ha una nuova figura guida e il secondo passaggio chiave per il futuro politico del Paese è stato compiuto. Ora che la costituzione delle due Camere è stata ultimata, i prossimi giorni saranno probabilmente i più caldi. In ballo c’è la formazione della nuova squadra di Governo, fra ministri e sottosegretari vari, con la speranza che l’assemblaggio non si trasformi in un calvario. I primi dissapori si sono già registrati con le elezioni dei due presidenti. Ma se la nomina di La Russa ha fatto tutto sommato un’eco limitata, ben diverso il discorso per l’ex eurodeputato, oggetto di contestazione anche alla Sapienza di Roma, in concomitanza alla notizia della sua nomina.

Lorenzo Fontana, dall’Europarlamento alla Camera: guadagni e carriera politica

Di sicuro, se si volesse inquadrare il nuovo corso della Lega salviniana come un’evoluzione rispetto alla sua ala primigenia e più radicale, Fontana emergerebbe come una delle figure di spicco. Leghista di lungo corso e con un paio di ministeri alle spalle, nel suo discorso successivo alla proclamazione ha ribadito, nemmeno tanto fra le righe, la sua fede cattolica, citando il beato Carlo Acutis, san Tommaso d’Aquino e ringraziando Papa Francesco, “riferimento spirituale per l’Italia” che “promuove il rispetto dei più alti valori morali nel mondo”. E in effetti, anche gli studi universitari, dopo la laurea in Scienze Politiche presso l’Università di Padova, si sono orientati sulla Storia della Civiltà Cristiana, con secondo titolo accademico conseguito presso l’Università europea di Roma.

Già vicesegretario del Movimento Giovani Padani nel 2002 e con un’esperienza da consigliere comunale a Verona, la svolta politica arriva nel 2009. In quell’anno, Fontana è eletto al Parlamento europeo, rivestendo il ruolo di capo delegazione a Bruxelles di quella che, all’epoca, era ancora la Lega Nord. Seggio europeo che manterrà fino al 22 marzo 2018. Eletto deputato alle politiche di quell’anno, che vedranno la nascita del primo Governo Conte (con Salvini vicepremier assieme a Luigi Di Maio) e la sua nomina a ministro della Famiglia e della Disabilità. Ruolo passato poi ad Alessandra Locatelli, quando lo stesso Fontana si vide “spostato” al dicastero degli Affari europei.

Posizioni discusse

Più che la carriera politica in sé, attorno allo scetticismo della Sinistra sulla sua figura ruotano le varie posizioni assunte negli anni sui diritti civili. Da un lato, Fontana non ha mai nascosto le sue convinzioni in difesa delle tradizioni, né apprezzamenti ritenuti sconvenienti per politici di estrema destra come Marine Le Pen o per leader discussi come Vladimir Putin. Altrettanto note (e altrettanto dibattute) le sue posizioni scettiche sulle unioni civili e sull’educazione sessuale nelle scuole, oltre che sui temi dell’aborto e dell’omogenitorialità. Questioni alle quali ha sempre contrapposto un’idea politica incentrata sulla difesa della famiglia e della vita nascente.

Guadagni da deputato

Nonostante l’età relativamente giovane (classe 1980), l’attività politica di Lorenzo Fontana può essere definita di lungo corso. Dalla sua elezione a deputato, lo stipendio percepito è stato consequenziale al ruolo. Ossia, indennità netta di 5 mila euro al mese più una diaria di 3.503,11, oltre a un rimborso spese di mandato di 3.690 euro. Ai quali anno aggiunti i rimborsi per telefoni (1.200 euro) e trasporti (fino a un massimo di 3.995,10 ogni tre mesi). Uno stipendio mensile che, al netto, toccherebbe quota 13.971,35 euro. L’ultima dichiarazione dei redditi resa pubblica sul sito della Camera ha evidenziato un reddito complessivo di 99.488 euro, riferito al periodo d’imposta 2020. Ora un vero e proprio ruolo istituzionale. Di sicuro un ulteriore scatto in avanti.

Published by
Damiano Mattana