Al momento si tratta di un’ipotesi piuttosto remota, ma laddove la Russia dovesse procedere con un bombardamento nucleare, ecco quali zone potrebbero essere colpite
Oltre alle basi Nato sparse su tutto il territorio nazionale, i pericoli potrebbero arrivare anche in altre aree. Vediamo insieme quali sono nello specifico.
La guerra in Ucraina non sembra dare dei cenni di termine. Anzi il presidente russo Vladimir Putin ha spesso minacciato l’utilizzo di armi nucleari nei confronti di chi è intenzionato ad ostacolare la sua avanzata.
Una condizione che nel caso dovesse realmente verificarsi riguarderebbe anche l’Italia in quanto membro della Nato. Meglio essere chiari, al momento non è sembra esserci questo pericolo, ma in ogni è sempre meglio valutare tutte le ipotesi.
Potenzialmente sarebbero proprio le basi Nato che dispongono a loro volta di armi atomiche ad essere il potenziale primo bersaglio. Nel Bel Paese ce ne sono circa 120 che a volte coincido con le basi americane presenti sul territorio nazionale.
Tra queste figurano anche centri logistici, di addestramento, aeroporti militari ma anche depositi e impianti militari. Le più rinomate sono quelle di Aviano in provincia di Pordenone, Camp Ederle a Vicenza, la base navale della marina statunitense e della Nato a Gaeta, l’aeroporto militare di Ghedi in provincia di Brescia e quella di Napoli (dove ha sede uno dei due comandi europei, oltre che al quartier generale delle forze navali statunitensi nel Mediterraneo) solo per citarne alcune.
Aviano e Ghedi nel caso sarebbero sicuramente più esposte. Non poteva mancare la Capitale, infatti anche Roma pur non avendo una vera e propria base potrebbe essere comunque “attraente” per i russi.
Infatti nel cuore della città Eterna per l’esattezza nello storico quartiere di Centocelle c’è il Comando operativo di vertice interforze (Covi) italiano. Si tratta di un organismo che sta alle dirette dipendenze del capo di stato maggiore della difesa che esercita la pianificazione, il coordinamento e la direzione delle operazioni militari delle forze armate italiane, soprattutto in merito alle attività della Nato. Ad ogni modo si tratta esclusivamente di supposizioni dettate per lo più dalla precauzione e dalla paura della guerra.