Pagare in contanti non è sempre ammesso. Scopriamo quando è necessario procedere all’acquisto esclusivamente con mezzi di pagamento elettronici.
Bancomat, bonifico, assegno, a volte questi sono gli unici strumenti accettati per effettuare un acquisto o un pagamento.
Firmare un contratto di lavoro significa accettare di svolgere specifiche mansioni in cambio di una retribuzione. Si svolge un’attività e in cambio si ricevono soldi. Soldi che la maggior parte dei cittadini deposita in banca – anche se con l’inflazione in atto tante persone avrebbero voglia di nascondere sotto il materasso – cercando di accumulare risparmi. L’idea è quella di togliersi sfizi grazie al denaro faticosamente ottenuto. In fondo i soldi sono i propri e ci si può fare ciò che piace. E invece, no, nessuno può spendere i propri risparmi a piacimento. Ci sono regole da rispettare nei prelievi, nei versamenti, nei movimenti di denaro. Altre regole riguardano, poi, le modalità di pagamento. Spesso, infatti, il contante è severamente vietato. Ma si tratta dei propri soldi, obietterà qualcuno. Sembra folle ma è realtà.
Pagare in contanti, mai in questi casi
La prima regola da conoscere riguarda il limite dei pagamenti in contanti. Ad oggi è fissato a 1.999,99 euro e violare tale direttiva significa rischiare sanzioni di importo compreso tra 2 mila e 50 mila euro. Con il nuovo Governo tale soglia potrebbe cambiare ma per avere informazioni certe occorrerà attendere.
Non è ammesso pagare spese mediche in contanti se si desidera approfittare della detrazione fiscale del 19%. Le banconote possono essere utilizzate esclusivamente nelle farmacie, in strutture mediche pubbliche o private in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale e per l’acquisto di dispositivi medici.
È consigliabile, poi, non usare i contanti per pagare colf e badanti in modo tale che rimanga una traccia del pagamento. Può capitare, infatti, che un dipendente possa affermare in un secondo momento di non aver ricevuto i soldi. L’obbligo di pagamento con mezzi tracciabili, invece, riguarda gli interventi di ristrutturazione svolti in casa soprattutto se ci si avvale dei Bonus attivati dal Governo. Quando si tratta di agevolazioni tutti i versamenti dovranno essere tracciabili.
La lista è ancora lunga
Al pari dei Bonus per le ristrutturazioni vige l’obbligo di pagamento con mezzi tracciabili per usufruire del Bonus mobili. Ciò significa che divani, sedie, letti, elettrodomestici non potranno essere pagati in contanti volendo approfittare degli sconti. Lo stesso discorso vale per tutte le spese che è possibile portare in detrazione (universitarie, funebri, di iscrizione ad un corso di musica, veterinarie…).
Anche per avere la garanzia spesso non basta lo scontrino del pagamento in contanti. Se si dovesse perdere, infatti, non ci sarebbe modo di provare l’acquisto. Tale direttiva vale anche per il pagamento del canone di locazione e delle spese del condominio. Solo un bonifico o la carta di credito saranno prove valide in caso di problematiche future. Infine, in caso di prestito ad un familiare o amico è bene procedere con un bonifico a testimonianza dell’evento.