Il piano di razionamento del gas prevede che i riscaldamenti abbiano una temperatura di 19 gradi durante l’inverno 2022/2023. Si corre maggior rischio di ammalarsi?
Bisogna risparmiare e ridurre i consumi di gas, la situazione generale lo impone. Il passaggio da 20° a 19° influirà, però, sulla nostra salute?
Il Piano di riduzione dei consumi di gas naturale stabilisce cambiamenti di abitudini che i cittadini dovranno mettere in pratica per tentare di consumare meno gas e ridurre i costi in bolletta. L’obiettivo è risparmiare 2,7 miliardi di metri cubi di gas seguendo semplici direttive. Il Piano suggerisce di fare ricorso a fonti di energia diverse dal gas naturale, avvia una campagna di sensibilizzazione per promuovere comportamenti virtuosi che rendano i cittadini più consapevoli e ha l’intento di raggiungere uno stoccaggio del 90% del gas naturale entro l’inverno, percentuale minima per non passare un inverno al freddo. In più, il Piano di razionamento prevede la posticipazione dell’accensione dei riscaldamenti di 8 giorni e l’anticipo dello spegnimento di 7 giorni – con suddivisione dell’Italia in sei fasce climatiche – e l’abbassamento di 1° della temperatura dei termosifoni. Da 20 a 19°, cosa comporterà la riduzione con riferimento alla salute delle persone?
Riscaldamenti a 19 gradi, sarà un problema per i cittadini?
La paura di tante persone è che l’ambiente riscaldato solo fino a 19° possa rivelarsi freddo e, dunque, inneschi raffreddamenti e influenze che con 20° non si avrebbero. Il professore associato di igiene all’Università degli studi di Milano Fabrizio Pregliasco ha rassicurato in tal senso i cittadini. L’abbassamento da 20 a 19 gradi comporta rischi contenuti con un minimo dislivello di sensibilità.
I 19 gradi sono, dunque, la temperatura ideale per riscaldare casa e risparmiare sui consumi di gas secondo il Professore. Se proprio si ha paura di ammalarsi più spesso basterà vestirsi leggermente più pesanti. In caso di freddo eccessivo, poi, si potrà optare per sistemi alternativi. Naturalmente maggiormente a rischio sono gli anziani e i soggetti fragili. Negli ospedali e nelle case di cura, infatti, l’obbligo di abbassamento della temperatura non vige.
Una temperatura più bassa può causare un aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca per reagire all’effetto del freddo sull’apparato cardiovascolare.
Come ovviare al problema del grado in meno
Le persone particolarmente sensibili al freddo dovranno seguire un vademecum che le aiuterà a “sopportare” il grado in meno. Vestirsi con indumenti più pesanti soprattutto quando si sta fermi, bere molta acqua o bevande calde, consumare molta frutta e verdura sono i primi consigli da seguire.
Per togliere l’umidità dalla casa, poi, si possono acquistare deumidificatori oppure collocare bacinelle d’acqua sui termosifoni durante l’accensione. Da non dimenticare, poi, la vaccinazione anti-influenzale consigliata agli anziani e ai soggetti con fragilità. Solita prassi, dunque, di sempre. L’abbassamento di un grado, ribadisce il Professore, non deve spaventare.