I controlli sulle pensioni estere sono stringenti e chi non adempie ai propri obblighi rischia grosso. Approfondiamo la questione.
L’INPS paga le pensioni all’estero ma pretende che i titolari degli assegni si presentino per comunicare l’esistenza in vita.
Una vita di lavoro in Italia, l’arrivo del pensionamento e poi la decisione di cambiare, trasferirsi in una nuova nazione ricevendo, però, l’assegno pensionistico dall’INPS. Sempre più pensionati prendono il volo verso nuovi orizzonti, sposandosi in Paesi in cui il costo della vita è più basso rispetto all’Italia e dove si pagano meno tasse. Già le pensioni sono basse nella nostra penisola, se poi si aggiungono imposte e spese eccessive riuscire a vivere in tranquillità diventa impossibile. Da qui l’idea di lasciare la penisola in cerca di maggiore agiatezza. Nessun divieto ma diversi obblighi da rispettare per non rischiare di perdere molti soldi.
I controlli sulle pensioni erogate all’estero non lasciano scampo
A settembre sono iniziati gli accertamenti sulle pensioni che gli italiani percepiscono all’estero. Nello specifico in Europa, Africa e Oceania. La richiesta dell’INPS è di dimostrare l’esistenza in vita entro il 12 gennaio 2023. Chi non adempirà a questo obbligo potrà dire addio alla pensione perché scatterà la revoca.
L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ha incaricato, come sempre, Citibank di effettuare i controlli di esistenza in vita. Lo scopo è chiaro, evitare di erogare trattamenti a pensione che sono decedute oppure sparite dalla circolazione. L’assenza della possibilità di effettuare controlli automatici all’estero come invece accade in Italia, impone ai pensionati di dimostrare di essere ancora vivi tramite consolati o Citibank.
Come dimostrare l’esistenza in vita
Il pensionato riceverà una modulistica da compilare e restituire solo dopo averla firmata. Ci saranno dei documenti da allegare come la fotocopia del passaporto o di un documento di identità. Poi si potrà procedere con l’invio del modulo correttamente compilato all’indirizzo di posta elettronica istituzionale dell’Ufficio consolare della nazione in cui si risiede. Tale Ufficio procederà, poi, con l’accertamento dell’identità del dichiarante tramite videochiamata utilizzando ZOOM, Skype, WhatsApp oppure Webex.
In seguito occorrerà contattare Citibank e procedere con una seconda videochiamata. In questo modo sia il Ministero degli Affari Esteri che l’INPS potranno essere certi dell’esistenza in vita del pensionato. La pensione continuerà, così, ad essere erogata fino al successivo controllo. Chi non risponderà alla richiesta, ribadiamo, perderà l’assegno pensionistico.