Supermercato, offerte variopinte (e ingannatrici): come trovare quella giusta

La “flora” delle offerte in supermercato è sempre molto varia. Eppure, un punto di partenza per la reale via del risparmio ci sarebbe.

 

Caccia al risparmio, o meglio, alle offerte. Quella che si compie in supermercato, in modo invisibile ma tremendamente concreto, è quasi una battaglia psicologica. Consumatore contro strategie di marketing.

Supermercato offerte
Foto da Pixabay

Alcune di queste sono sdoganate da tempo, come la presunta convenienza della famigerata 3×2. Tuttavia, percorrendo gli scaffali, a guardare con attenzione si noteranno dei dettagli che, sommati insieme, costituiscono una complessa macchina di mercato. Dalla disposizione degli scaffali al posizionamento di determinati prodotti all’ingresso piuttosto che nei pressi dell’uscita, fino all’affiancamento di alcuni alimenti ad altri (come la vicinanza fra biscotti e latte, per dirne una banale). Tutto fa parte di un meccanismo di marketing studiato appositamente per trarre da una semplice spesa il massimo ottenibile. E, perlopiù, il cliente acconsente a tale “procedura”. Anche perché, sono pochi coloro che realmente entrano in supermercato uscendone poi con l’essenziale. O comunque con solo i prodotti segnati sulla lista della spesa.

Questo non toglie che il consumatore ci metta del suo per riequilibrare le forze in campo. Acquistare un prodotto significa comparare diverse marche del medesimo, al fine di trovare quella più conveniente. A meno che non si proceda in termini di fidelizzazione. O  di fiducia assoluta nei confronti di un marca in particolare. Anche perché, a ben vedere, non è poi così semplice individuare un prodotto vincente in base al suo prezzo. La qualità fa tutta la differenza del mondo ma, come abbiamo visto spesso, anche fra i beni meno esosi si può trovare qualche uovo d’oro.

Supermercato, marketing contro risparmio: così si individua il prodotto più economico

Scordatevi le offerte nel senso più generico del termine. Un’indagine condotta da Which?, organizzazione di settore britannica, ha messo alla berlina uno dei principali difetti delle strategie del risparmiatore. Ossia, focalizzarsi su un prodotto nella sua forma più immediata, o comunque di aspetto apparentemente più conforme alle proprie necessità. L’organizzazione, in questo senso, fa un esempio piuttosto azzeccato, comparando all’acquisto di una bibita gassata le varie opportunità messe a disposizione dal supermercato: bottiglia singola, multipack, confezioni di quantitativo inferiore e via dicendo. A vederla in quest’ottica, il ragionamento sulla scelta migliore parte in modo abbastanza confuso. Il 72% delle persone, dati alla mano, non riesce a individuare l’occasione più conveniente. E non solo in termini del rapporto qualità-prezzo ma anche quantità-prezzo.

Which? attribuisce la confusione a una poca chiarezza nel prezzo unitario. Una situazione che potrebbe portare i consumatori a pagare addirittura il 346% in più scegliendo il prodotto in base alle dimensioni differenti. Questo perché il confronto del valore risentirebbe spesso dell’incoerenza (o persino dell’assenza) del prezzo unitario. Il che porta il consumatore ad associare di default a un maggior volume del prodotto la convenienza migliore. Una considerazione che ci prende spesso ma non sempre. Andrebbe quindi conosciuto il prezzo per 100 grammi piuttosto che per 100 ml. A quel punto, la reale convenienza sarebbe più chiara.

L’esperimento

Gli esperti hanno quindi confrontato i costi medi di dieci prodotti alimentari nei maggiori supermercati del Regno Unito, inquadrando poi ognuno nel suo prezzo per 100 ml  e per 100 g. La sola Coca-Cola, in uno dei rivenditori esaminati variava da 11 pence (primo caso) a 50 (secondo). Stesso discorso per il latte (6-13). In pratica, acquistando in base ai grammi, il consumatore arriverebbe a spendere rispettivamente il 346% e il 133% in più.

Certo è che riconoscere e comparare un prezzo unitari, ora come ora, sembra quasi roba da economisti. Per questo l’organizzazione ha alzato il pressing affinché venga reso più chiaro anche per i clienti. Chiaro, la scelta d’acquisto resta sempre libera. E non tutti hanno tempo e modo di chiarirsi le idee. Ma avere gli strumenti sarebbe già un primo passo.

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