I costi previsti rispetto a quelli reali sono decisamente più bassi. Tuttavia, Arera tiene più giù del preventivato il rincaro delle bollette.
Infine ci siamo. Ottobre è ormai in entrata e il rincaro dei costi in bolletta inizia a prendere forma reale. O meglio, numerica. L’Arera ha infatti quantificato le stime sull’aumento delle utenze. E, come ci si aspettava, il quadro è abbastanza sconfortante.
Allo tsunami ci si era preparati. Ma sempre di tsunami si tratta. E c’è chi rischia di esserne travolto visto che, secondo l’Autorità, il prossimo trimestre sarà quello peggiore. Ma nemmeno troppo estremo a leggere i dati. Arera, infatti, ha precisato che “con un intervento straordinario” dovuto alla gravità della situazione, si è riusciti a evitare il raddoppio. Questo significa che gli aumenti sì ci saranno ma in misura più limitata del previsto. Di poco, sia chiaro. Ma già non ritrovarsi il doppio dei prezzi può essere considerato un risultato. Per il quarto trimestre del 2022, si farà i conti un incremento del +59% per l’energia elettrica.
Un dato importante, specialmente se si considera il periodo di inflazione grave e che le economie domestiche sono ormai da tempo messe alla prova da una crisi iniziata ben prima della guerra in Ucraina. Le criticità degli approvvigionamenti hanno riguardato soprattutto il gas, anche per via delle vicende che hanno interessato il gasdotto Nord Stream (incluse quelle recenti, anche se non è ancora chiaro quanto inciderà davvero il danneggiamento delle condutture subacquee). I prezzi all’ingrosso, come ricordato dalla stessa Arera, hanno raggiunto livelli incredibili negli ultimi mesi. Soprattutto per i timori legati alla sicurezza dei gasdotti e per le conseguenti reazioni finanziarie. Il timore di un aumento del 100% sull’elettricità, però, ha portato a una sterzata imprevista.
Elettricità, i dati di Arera: perché l’aumento sarà inferiore al previsto
A incidere sull’andamento reale dei prezzi è stata la decisione di posticipare “il necessario recupero della differenza tra costi preventivati e costi concreti verificati. Una divergenza che avrebbe reso necessario un intervento diretto sulle bollette per tornare in possesso di quei quantitativi di risorse resi necessari per coprire il fabbisogno energetico, a fronte di un corrispettivo economico non sufficiente. Anche se, come precisa Arera, anche i costi reali sono stati soggetti ad aumenti. Un circolo vizioso che, chiaramente, rischia di ripresentarsi più avanti se non si riuscirà a ottenere una convergenza di risorse tale da essere in grado di colmare il gap. Il presidente del Consiglio uscente, Mario Draghi, ha spiegato che una risposta concreta dovrà arrivare dall’Europa. L’obiettivo è ridurre i costi per famiglie e imprese limitando i guadagni fatti da produttori e importatori. Con lo scopo finale di scongiurare distorsioni di mercato.
Nonostante gli interventi in campo, appare piuttosto chiaro come i prezzi, anche a fronte di un aumento di minore intensità rispetto al previsto, saranno decisamente più alti rispetto agli standard. Specialmente in vista di un aggiornamento dei costi dell’elettricità per il mercato tutelato. Le bollette in entrata per il prossimo trimestre saranno decisamente corrispondenti all’identikit di un’emergenza sociale. Probabilmente, entro metà ottobre verrà aggiornato il quadro europeo temporaneo di crisi relativo agli aiuti di Stato. Un ulteriore tentativo di tamponare un quadro sociale sempre più compromesso.