Se il bonifico dovesse contenere una causale non corretta o poco chiara, il mittente finirebbe nel mirino del Fisco. Cosa sapere per non sbagliare.
La semplicità con cui si effettua un bonifico non deve trarre in inganno. Un piccolo errore può costare caro.
Mai distrarsi quando vigila l’occhio del Fisco. Ogni piccolo errore, qualsiasi inadempienza o omissione potrebbe far scattare i controlli dell’Agenzia delle Entrate e portare a sanzioni e ammonimenti. Nella lotta all’evasione fiscale e al riciclaggio di denaro nonché al finanziamento del terrorismo tutto è concesso al Fisco. La privacy dei cittadini, pur essendo tutelata da tecniche informatiche avanzate, è un libro aperto per l’autorità che ha il compito di vigilare su movimenti di denaro, conti correnti, dichiarazione dei redditi e così via. I contribuenti sono a conoscenza di questo continuo monitoraggio e cercano di evitare ogni piccolo errore. Sanno qual è il limite dei pagamenti in contanti, quale somma è consigliabile prelevare o spendere e che per accedere a bonus e agevolazioni è necessario pagare con mezzi di pagamento tracciabili.
Ecco per quale motivo i bonifici sono diventati tra gli strumenti più usati per trasferire denaro. Sono pratici, veloci e possono essere effettuati in qualsiasi momento. Eppure questa semplicità di pagamento non deve far abbassare la guardia. Basta un piccolo errore nella causale per far partire le verifiche.
Il bonifico è uno strumento apparentemente semplice ma in realtà nasconde delle insidie. E sbagliare significherebbe ritardare un versamento che potrebbe avere una scadenza – come nel caso di una bolletta – o posticipare l’aiuto economico da erogare ad un figlio. Insomma, conoscere i dettagli a cui prestare attenzione è fondamentale per non incorrere in problemi rilevanti.
Attenzione, dunque, all’IBAN. Se non corretto la banca non potrà trasferire i soldi in quanto il meccanismo di controllo appurerà la non corrispondenza dell’IBAN errato con il destinatario. Lettere speciali e accenti, poi, non sempre vengono accettate dagli istituti di credito. Cognomi accentati o diciture specifiche con caratteri diversi dalle tradizionali lettere o numeri potrebbero causare problematiche. E poi arriva il momento di indicare la causale.
La causale dovrà essere chiara e indicare senza alcun dubbio il motivo del trasferimento del denaro. La dicitura, infatti, permetterà al Fisco di accertare che il movimento di soldi sia lecito e con finalità ben precise che potrà facilmente appurare con controlli incrociati. In caso di regalo al figlio, per esempio, si potrà scrivere “Regalia per compleanno”. Per un aiuto economico si potrà indicare “Donazione per l’acquisto di un’auto”. E ancora, “Regalo per la laurea” oppure “Regalia di nozze”.