YouTube premia contenuti di qualità. Ma non sempre questo basta a guadagnare con le proprie creazioni. Ecco cosa serve davvero.
“Tempi oscuri davvero. E maledettamente scomodi”. Tanto per fare una citazione disneyana che gli appassionati coglieranno al volo. Quella frase si riferiva al Medioevo ma è difficile non scorgervi dentro un riferimento a tutte le epoche.
La nostra non fa eccezione, anche se con la piccola differenza di una comodità fin troppo accentuata in alcuni casi. Tanto per intenderci, con la giusta dose di sagacia e un’idea nemmeno troppo rivoluzionaria, è possibile guadagnarsi fama e denaro semplicemente stando seduti alla sedia della propria scrivania. Oppure muovendo rapidamente (e per poche volte) le dita sullo schermo del nostro smartphone. Ebbene sì, per quanto i tempi siano oscuri, fra rincari e lavoro ben poco accessibile per i giovani, alcune idee per cercare di creare delle novità occupazionali sembrano aver funzionato. Non è chiaro quanto lo abbiano fatto nella creazione di indotto ma, per provvedere parzialmente a sé stessi, la strada potrebbe apparire quella giusta.
Guadagnare con internet non significa affidarsi a qualunque piattaforma prometta soldi facili. Anzi, sono proprio annunci come questi a provocare le problematiche maggiori, vista la scarsa affidabilità della maggior parte dei siti in questione. Diverso il discorso nel momento in cui si decida di puntare su un social network. Non per forza come influencer (“lavoro” che, come abbiamo visto, non può essere remunerativo per tutti, o comunque non per un gran numero di utenti) ma anche come semplice proponente di contenuti. YouTube, in questo senso, è una piattaforma piuttosto gettonata. Attenzione, non si tratta di un percorso facile. E anche a fronte di un canale di successo, i guadagni non saranno immediati.
Tutto parte, naturalmente, dall’apertura di un canale. E, per far sì che YouTube diventi remunerativo, servono essenzialmente due cose: che i contenuti piacciano e che si dia continuità al lavoro svolto. Molto spesso ci si sofferma su canali che offrono contenuti magari poco impegnati ma efficaci dal punto di vista delle visualizzazioni. Le quali rappresentano la chiave di volta per fare della propria passione o della propria idea una vera e propria fonte di guadagno. Per YouTube, vale la regola delle 4 mila visualizzazioni nell’arco di 12 mesi. Views che, tuttavia, non avranno un impatto immediato sul fatturato totale. I fattori in gioco sono infatti diversi, il primo dei quali va individuato nel fatto che il social non paga per le visualizzazioni ma, semplicemente, offre delle fee per altri elementi. Pubblicità in primis.
In questo modo le views (e le interazioni in generale) saranno decisive: maggiori saranno, più alto sarà il compenso elargito. Questo non toglie che il sistema di guadagno sia piuttosto complesso. Ad esempio, un ad può ricevere una valutazione in base al CPM (costo per 1000 impressioni), oppure per click ricevuti. Buona parte degli introiti, quindi, dipendono dal metodo di valutazione. Due youtuber potrebbero ricevere compensi differenti anche a parità di contenuti. Un fattore positivo di YouTube è la tendenza a premiare la qualità dei contenuti. Alla creatività, infatti, è necessario affiancare collaborazioni di elevate referenze, proponendo quindi delle creazioni appetibili ma, allo stesso tempo, autorevoli e di interesse comune.
Altre possibilità sono legate a strategie di mercato, come l’ingresso nel Programma partner di YouTube, che permette l’accesso a numerose funzioni altrimenti inaccessibili. Maggiori saranno le possibilità di migliorare qualitativamente i propri contenuti, più aumenteranno le chance di introito.