Si delineano i contorni della Terza Guerra Mondiale a causa di diversi eventi che alterano ulteriormente la situazione geopolitica internazionale.
Le tensioni aumentano e il referendum nelle regioni dell’Ucraina non preannuncia nulla di buono. Cosa sta succedendo.
Da sette mesi l’intero pianeta vive sul filo di un rasoio. La storia insegna che bastano piccoli gesti, poche parole e eventi insignificanti per far scatenare un violento conflitto. In sette mesi di parole ne sono state dette tante così come sono state compiute azioni che hanno fatto temere il peggio. Lo scontro tra Russia e Ucraina non limita il coinvolgimento alle due nazioni interessate ma compromette le relazioni internazionali di molti Paesi sconvolgendo il sottile equilibrio che per circa trent’anni abbiamo avuto l’illusione di aver raggiunto.
Lo studio della situazione geopolitica odierna arriva ad una sola ovvia conclusione. Le tensioni sono forti e “l’antipatia” tra USA e Russia repressa per tanti anni sta neanche troppo lentamente riemergendo lasciando intravedere scenari catastrofici. Campanelli di allarme sono scattati in Europa, America e Asia sulla base di una crescente divergenza tra nazioni che sottolinea la ancora radicata presenza di un blocco orientale contro un blocco occidentale.
Terza Guerra Mondiale, urge recuperare il dialogo tra nazioni
La popolazione non vuole la guerra, le forze politiche non vogliono un conflitto eppure l’ombra della Terza Guerra Mondiale ha una potenza sempre maggiore. Il vero problema è la totale incapacità di comunicare in modo assertivo tra “grandi” della Terra. Si parla a suon di minacce, di vendette e di imposizioni, modalità che indispongono l’interlocutore causando una chiusura immediata del canale di dialogo.
Poi c’è la questione della diversa cultura, dell’altro visto da sempre come un nemico da combattere e della volontà di imporsi per dimostrare una propria fittizia superiorità. L’indisposizione iniziale e prevenuta nei confronti della controparte crea difficoltà nel leggere chiaramente i messaggi ricevuti e lascia libero spazio ad interpretazioni errate e travisate. E ad un messaggio considerato come “folle” si risponde in maniera altrettanto sconsiderata creando un circolo vizioso di incomprensioni sempre più pericolose.
Dov’è finita la diplomazia? L’arte del saper mediare esiste ancora? Qual è il motivo per cui neanche si cerca di tentare un approccio diverso, un approccio pacifista?
L’Ucraina è la scusa per arrivare ad un conflitto
Da svariati anni l’Ucraina si trova al centro della diatriba tra est e ovest o meglio tra Europa con la Nato e la Russia. Putin vuole la piccola nazione culturalmente eterogenea proprio per la sua posizione a cavallo tra territorio russo e continente europeo. La sete di potere del leader russo non è certo nata nel 2022 ma si poggia su tanti piccoli eventi che negli ultimi 15 anni si sono succeduti.
Dalle elezioni annullate a Yanukovich alla vittoria di Juščenko successivamente vittima di un attentato all’antrace fino alla rivoluzione arancione e ai fatti di Maidan. Infine, l’ascesa di Zelensky a fare da sfondo ad una guerra civile che si trascina in Ucraina da tanti, troppi anni. Popolazioni russofone dell’est vessate da estremisti nazionali dell’ovest, questo il quadro utilizzato dalla Russia per procedere con l’invasione al fine di “liberare” i territori colpiti dagli stessi connazionali (Lugansk e Donetsk).
Credere a questa giustificazione basata sulla pietà e la volontà di proteggere un’indipendenza è difficile. Sono altre le motivazioni che delineano l’interesse di Putin verso la guerra. E il momento scelto è dettato dal fatto di voler anticipare possibili controffensive occidentali che avrebbero fatto partire la Russia da una posizione più svantaggiata.
Perché il referendum di oggi conta nell’ipotesi di una Terza Guerra Mondiale
Le popolazioni di Lugansk e Donetsk stanno affrontando un referendum per decidere l’annessione (e non l’autonomia) alla Federazione Russa. L’esito previsto è quello di un’accettazione che porterà al riconoscimento da parte della Russia di territori che invece gli USA e l’UE non considereranno di loro appartenenza.
Inoltre, l’Ucraina per poterli recuperare dovrà attaccare e Vladimir Putin potrebbe non aspettare altro per poter dichiarare guerra appoggiandosi alla legittima difesa. E da qui il coinvolgimento delle altre nazioni alleate, Italia compresa. Come la storia insegna, i conflitti possono essere decisi a tavolino molto prima del loro scoppio se a manovrare le fila della situazione geopolitica internazionale ci sono persone che hanno come obiettivo il potere.