Le elezioni del 25 settembre 2022 richiederanno costi agli italiani. Cerchiamo di quantificare la spesa sperando che non debba più succedere.
Due soli giorni e si dovrà votare per esprimere la propria preferenza sul candidato politico che diventerà il prossimo premier.
Siamo quasi giunti al fatidico giorno. Le elezioni del 25 settembre 2022 sono ad un passo e probabilmente sono ancora tanti gli italiani che hanno dubbi su chi votare. Queste votazioni sono magicamente apparse tra gli eventi di settembre lo scorso luglio, quando il Governo Draghi ha perso la fiducia in un momento di già grande difficoltà per l’Italia. Dopo gli iniziali momenti di panico e frustrazione da parte dei cittadini per l’incertezza del futuro in un periodo in cui si sente necessità di stabilità, è iniziata la campagna elettorale. I discorsi dei politici avrebbero dovuto permettere agli elettori di far chiarezza ma così non è stato in troppi casi. I programmi dei diversi partiti sono poco convincenti soprattutto quando si promettono cambiamenti non supportati da solide basi. Ma ora è il momento del voto e, in mezzo a tanta confusione, occorre conoscere i costi che le votazioni comportano.
Elezioni 2022, i costi per gli elettori
Secondo la Legge tanti cittadini possono votare unicamente nella città di residenza. Ciò significa che gli studenti universitari fuori sede, ad esempio, devono pagare il viaggio di andata e ritorno per poter esprimere il proprio diritto. Le uniche categorie a cui è consentito votare pur trovandosi in un Comune diverso dalla propria residenza sono i militari, le Forze di Polizia, i naviganti, i detenuti, i degenti in ospedale o in una casa di cura, i detentori del voto domiciliare, i membri dei seggi elettorali, i rappresentanti di lista e i candidati stessi alle elezioni politiche.
Chi vive lontano dalla propria residenza e non rientra tra le categorie citate, dunque, va incontro a numerose difficoltà volendo votare. Per questo motivo nel 2008 è nato il comitato civico “iovotofuorisede”, proprio per denunciare le problematiche esistenti per alcuni cittadini non tutelati dalla normativa. O si paga il viaggio chiedendo permessi dal lavoro o rinunciando alla frequenza all’università oppure non si vota.
La Costituzione dalla parte dei fuorisede
L‘articolo 3 della Costituzione Italiana recita “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese“.
L’assenza di una normativa che permetta ai fuori sede di votare lontano dalla propria residenza è un ostacolo dato che può privare i cittadini di un diritto e di partecipare all’elezione del prossimo premier. Tra le cause dell’astensionismo i costi della trasferta non programmata.
Da Milano a Catania, ad esempio, i biglietti per volare tra il 24 e il 25 settembre prevedono un prezzo di circa 110 euro. Partendo da Torino oppure da Venezia fino alla Sicilia i costi sono superiori a 120 euro. Da Bologna, invece, si stimano 150 euro se non di più in base agli orari di partenza. E parliamo di una città universitaria con tantissimi studenti fuori sede. Insomma, la speranza è che prima delle elezioni successive a quelle del 25 settembre 2022 la normativa possa cambiare.