Una vera e propria crisi che sta letteralmente devastando parte dell’economia. Il commercio ne risente ed anche i cittadini, ovviamente.
Una situazione difficilmente immaginabile soltanto pochi mesi fa. Una condizione, più che altro unica, nel suo genere. Qualcosa alla quale non eravamo abituati a pensare, la consapevolezza di trovarsi all’improvviso immersi in una dinamica sconosciuta che nemmeno si poteva immaginare di scorgere in lontananza ed invece tutto è successo.
Il rischio è di quelli davvero mai ipotizzati forse del tutto. Determinati prodotti che spariscono del tutto dagli scaffali dei supermercati, dei centri di grande distribuzione insomma. Negli ultimi tempi ci siamo trovati di fronte a numerose situazioni in cui ci si è trovare letteralmente impietriti davanti a prezzi e dinamiche riguardanti specifici prodotti. Su tutti quelli del comparto alimentare, spesso addirittura beni di prima necessità.
Quella che in molti definiscono crisi delle bollicine è in realtà qualcosa di molto rischioso e per niente atteso. La carenza di anidride carbonica gira intorno a tutta la questione, è da li che parte la problematica ed è li che termina. Il rischio è quello di vedere sparire dagli scaffali dei supermercati specifiche bevande, di quelle che quotidianamente la maggior parte dei cittadini porta in tavola e non solo. Prodotti insomma in alcuni casi anche essenziali, come ad esempio l’acqua.
Negli ultimi tempi, inoltre sono in ballo chiaramente le produzioni delle stesse bevande. Non è la prima volta che accade di questi tempi e non sarà di certo l’ultima. Le notizie che arrivano da questo specifico comparto non sono delle migliori. Si ferma la produzione di un noto stabilimenti. Macchine ferme, operai a casa, si ferma tutto, produzione, indotto e quant’altro. Blocco temporaneo, cosi non si può andare avanti ed in molti purtroppo lo hanno compreso a proprie spese.
Bibite gassate, il rischio è imminente: il caso della birra Menabrea fa riflettere
Un noto marchio di birra costretto a chiudere, a fermare la propria produzione a causa della carenza di anidride carbonica, problematica che forse mai prima d’ora si era resta di vitale importanza per il comparto specifico. Oggi in Italia la situazione è questa, il rischio concreto che determinate bevande possano sparire dalla circolazione è più che vivo. Ci si rende più che mai conto di quanto sia terribilmente seria la situazione. Il rischio riguarda tutti.
Gli stessi uffici della nota azienda Menabrea hanno confermato al quotidiano La Repubblica, lo scorso 20 settembre: “La carenza di anidride carbonica è un problema anche da noi. Oggi siamo fermi nello stabilimento di Biella, ma domani contiamo di potere ripartire”. In Italia, dunque, cosi come in altre parti d’Europa l’impatto della crisi sta colpendo il comparto delle bibite ed in particolare quelle gassate. La preparazione industriale soffre maggiormente rispetto a quella artigianale a causa dell’utilizzo del biossido di carbonio.
L’elemento in questione è utile per tenere l’ossigeno all’esterno delle varie bottiglie. A tal proposito Pietro Di Pilato, consigliere di Unionbirrai, nonchè proprietario del birrificio Brewist di Codogno ha cosi dichiarato: “Il problema nel settore c’è eccome, anche da noi. Ne risentono meno i birrifici più piccoli perché tendono a non usare anidride carbonica nelle fasi di confezionamento, ma quelli di dimensioni medie e grandi pagano le conseguenze della mancanza di materia prima. Non c’è abbastanza anidride carbonica per tutti. Manca soprattutto nella versione liquida”.
Non solo birra a rischio stop. Cosi come abbiamo potuto leggere dalle cronache delle scorse settimane anche Acqua Sant’Anna, produttore europeo numero uno di acque oligominerali ha interrotto le linee di produzione di bevande gassate per lo stesso motivo, mancanza di anidride carbonica. A rischio di questi tempi anche la produzione di una delle bevande preferite dagli italiani, lo spritz. La carenza di anidride carbonica sta portando i barman a particolari trucchi per sopperire alla carenza di anidride carbonica.
Tecniche alternative insomma per il drink tutto italiano divenuto quasi un simbolo ormai del nostro paese in quanto ad apertivi. La situazione appare delicata, il comparto potrebbe subire uno stop ancora più importante. Le speranza sono tutte in un miglioramento della situazione che potrebbe arrivare da un momento all’altro.