L’aumento dei tassi di interesse impatta sui mutui. Una soluzione anti-rincaro, però, ci sarebbe. A patto di agire tempestivamente.
Tecnicamente il momento era favorevole per la richiesta di un mutuo. Soprattutto per i più giovani, vista l’introduzione di una garanzia da parte dello Stato per gli under 35.
A mescolare nuovamente il mazzo è arrivata la stagione dei rincari, che ha di fatto reso vani tutti i tentativi di affrontare una spesa come quella di una casa. La Banca centrale europea (Bce) si è vista costretta ad alzare notevolmente i tratti di interesse, includendo nel quadro delle modifiche anche i mutui a tasso variabile. Circa 45 euro in più di quanto previsto fin qui. Decisamente una pessima notizia per coloro che, forti delle nuove garanzie, si erano finalmente convinti a compiere il fatidico passo. E, chiaramente, gli aumenti dei tassi di interesse finiranno per scoraggiare la richiesta di mutui, l’acquisto di nuove case e, di rimando, la formazione di nuovi nuclei familiari. Un circolo vizioso che, tuttavia, potrebbe conoscere qualche scappatoia.
Ammortizzare la rata del mutuo, così da evitare il rincaro portato dall’aumento dei tassi di interesse, in realtà sarebbe anche possibile. Una serie di soluzioni che, tuttavia, prevedono un intervento diretto sul proprio mutuo, a cominciare dalla pratica della rinegoziazione in virtù dei nuovi tassi. Del resto, nessun istituto di credito è disposto ad aspettare troppo. E anche la strategia della sospensione può essere utilizzata in via emergenziale ma solo per un certo periodo di tempo. Dal momento che, secondo la Bce, si prevede un ulteriore aumento nei prossimi mesi, conoscere le possibili soluzioni per ridurre l’impatto dei rincari potrebbe essere interessante.
Mutui, arriva la batosta: soluzioni contro l’aumento dei tassi di interesse
Per prima cosa, va ricordato che non per tutti gli aumenti saranno identici per tutti coloro che hanno acceso un mutuo. Il rincaro, infatti, dipende in buona misura dal tempo trascorso dall’inizio del contratto, ragion per cui gli aumenti saranno proporzionati allo stato attuale del finanziamento. In pratica, i minori aumenti riguarderanno proprio coloro che hanno un mutuo prossimo all’estinzione, in quanto l’aumento sarà calcolato non sugli interessi, a quel punto estinti, ma sul debito residuo. Considerando che la nuova situazione riguarderà i mutui a tasso variabile, una soluzione concreta potrebbe essere il passaggio al tasso fisso. In questo modo, il rialzo dei mesi che verranno si limiterebbe a sfiorare il contraente.
Le varie situazioni vanno comunque ponderate. Perlopiù, quando si parla di mutui accesi, si ragiona in funzione di una prima casa piuttosto che di secondi immobili. Questo implica una spesa canonica piuttosto che un investimento. Anche per questo il tasso fisso viene utilizzato più frequentemente, in virtù di un ruolo di garante per un lasso di tempo maggiore. Il passaggio a un tasso di questo tipo alzerebbe inevitabilmente la quota ma, di rimando, assicurerebbe una maggiore protezione in vista di un ulteriore rincaro (peraltro previsto per i prossimi mesi). I costi di un’eventuale surroga del mutuo sarebbero a carico della nuova banca, dal momento che il passaggio prevede l’apertura di un nuovo finanziamento con un altro istituto di credito.
Al fine del nuovo contratto, sarà necessario esibire una copia della nota di iscrizione ipotecaria, la documentazione relativa al vecchio mutuo e i propri documenti anagrafici. Oltre che, naturalmente, ai documenti inerenti al proprio immobile. Tenendo ben presente che una surroga risulterebbe sì conveniente, ma solo nei primi anni di mutuo.