Tenere i soldi in casa è la soluzione ideale per proteggere i propri risparmi dall’inflazione? La risposta potrebbe stupire.
Il potere d’acquisto dei soldi è al ribasso, come proteggere i risparmi dall’attuale situazione economica?
Tutti i contribuenti hanno un conto corrente bancario o postale su cui depositare i risparmi e versare mensilmente lo stipendio o la pensione. L’utilità del conto è indiscutibile dato che permette non solo di gestire i soldi ma anche di inviare bonifici, di investire, pagare le bollette. Il problema è che avere soldi fermi in banca significa metterli alla mercé dell’inflazione. E ad agosto 2022 il tasso ha raggiunto l’8,4% con conseguente ulteriore perdita del potere d’acquisto del denaro. In più le previsioni annunciano un peggioramento della situazione almeno fino a che la guerra in Ucraina non finirà e pian piano l’emergenza rientrerà. Ma l’equilibrio è ancora lontano dall’essere raggiunto e nel frattempo i contribuenti temono di perdere i risparmi. Le possibilità sono due, o investire in Buoni Fruttiferi o conti deposito oppure tenere i soldi in casa.
Tenere i soldi in casa, che vantaggi ci sono
Nascondere i soldi in casa ha un primo vantaggio facilmente intuibile. Nessun’altra persona né istituto di credito sarà a conoscenza dell’ammontare dei propri risparmi. Chi vuole impedire che il convivente o il coniuge sappia di quale somma si dispone può scegliere la propria abitazione come cassaforte personale. In più non si incorrerà nei rischi di un conto corrente cointestato.
Un secondo vantaggio è l’assenza dei costi di gestione che presenta, invece, un conto corrente. E non parliamo solamente del canone mensile, dei costi del bonifico, dei prelievi e così via ma anche della tassa dovuta in caso di giacenze superiori ai 5 mila euro.
E il terzo vantaggio qual è?
Concludiamo con un terzo vantaggio che per molti contribuente è il più importante. I controlli del Fisco in casa sono limitati. Se sul conto corrente ha piena possibilità di monitorare spostamenti di denaro e le somme possedute, l’Agenzia delle Entrate non può entrare in casa propria e calcolare l’ammontare dei risparmi.
Inoltre, il cittadino non dovrà giustificare ogni transazione e versamento correndo il rischio di attivare i controlli del Fisco in caso di operazioni poco chiare. Ogni donazione, bonifico, prelievo richiede di conservare le prove che dimostrino la provenienza e la destinazione lecita del denaro. Spendendo i soldi che si hanno in casa, invece, non si avrà la necessità di custodire le ricevute né di motivare le proprie azioni. Attenzione, ciò non significa che il Fisco non sia in grado di capire di quanti contante si dispone. Inoltre, eventuali limitazioni aggiuntive ai pagamenti in contanti potrebbero comportare problemi rilevanti per chi tiene i soldi in casa.