Ridurre l’importo o perdere il diritto del Reddito di Cittadinanza è più facile di quanto si possa pensare. Scopriamo quali passi falsi non bisogna compiere.
Il Reddito di Cittadinanza è disciplinato da rigide direttive che possono far perdere il diritto alla misura oppure causarne una riduzione dell’importo.
Dal 2019 le famiglie con un basso reddito possono richiedere e ottenere il Reddito di Cittadinanza soddisfacendo alcuni requisiti. La misura è risultata piuttosto controversa probabilmente a causa di alcune falle nella struttura che hanno dato a tante persone disoneste la possibilità di rientrare tra i beneficiari pur non avendone diritto. Nel corso dei tre anni passati alcune modifiche hanno cercato di risolvere i problemi riscontrati e, oggi, perdere l’RdC è conseguenza inevitabile in specifici casi. Allo stesso modo è possibile vedersi ridurre l’importo erogato qualora i requisiti iniziali dovessero variare. Scopriamo quando tutto questo potrebbe accadere mentre ci chiediamo se la misura continuerà ancora ad esistere dopo il 25 settembre, quando un nuovo esecutivo verrà formato.
Perdere il Reddito di Cittadinanza, quando può accadere
La normativa prevede il rispetto di requisiti reddituali e patrimoniali per poter ottenere il Reddito di Cittadinanza. Inoltre, sarà necessario rispettare condizioni lavorative e di composizione del nucleo familiare. In generale, il diritto si perde se il richiedente non accetta la sottoscrizione del Patto per il Lavoro e del Patto per l’Inclusione Sociale. La decadenza si avrà, poi, non comunicando eventuali variazioni dello stato occupazionale, producendo false comunicazioni per aumentare l’importo della ricarica e non aggiornare la DSU nel momento in cui incorrono variazioni nel nucleo familiare.
Si perderà l’RDC non accettando l’immediata disponibilità al lavoro, non prendendo parte ai progetti di pubblica utilità istituiti dal Comune di residenza e lavorando come dipendente o autonomo senza aver avvisato l’INPS. Altro motivo di decadenza è il rifiuto senza comprovata giustificazione alla partecipazione a programmi di politica attiva. Infine, la misura si perderà immediatamente non accettando almeno una di tre offerte di lavoro proposte dal Centro dell’Impiego oppure da un’azienda privata oppure la prima proposta congrua dopo il rinnovo.
L’importo dell’RdC si ridurrà in questi casi
L’importo dell’RdC dipende dal numero dei componenti del nucleo e dal reddito conseguito. Qualora dovessero verificarsi variazioni riguardante questi due aspetti, la somma percepita potrebbe risultare inferiore. Con riferimento ad un nuovo lavoro, ad esempio, ricordiamo che il Reddito di Cittadinanza è compatibile con il reddito da lavoro a condizione che l’entrata non superi le soglie previste per l’erogazione della misura. Chi – pur lavorando – continuerà ad avere ISEE inferiore a 9.360 euro potrà continuare a ricevere la ricarica mensile ma con importo minore calcolato sulla base del nuovo introito.
Sarà compito del percettore, naturalmente, comunicare variazioni reddituali, patrimoniali o della composizione del nucleo per non rischiare di perdere la misura.
Le sanzioni per chi non rispetta le regole
Se il percettore omette informazioni oppure non produce atti o comunicazione rischia la reclusione da 2 a 6 anni. In caso di omissioni delle variazioni su reddito e patrimonio la pena è la reclusione tra 1 e 3 anni. Stesse conseguenze per chi non riferisce informazioni che comporterebbero una riduzione dell’importo o la decadenza della misura.
Quando il cittadino perde il diritto alla misura, poi, gli effetti sono retroattivi. Dovrà corrispondere, dunque, tutte le somme percepite indebitamente.