Tanti contribuenti si chiedono se sia possibile “escludere” un membro della famiglia dall’ISEE in modo tale da avere accesso a più agevolazioni. La risposta non è scontata.
Un figlio che studia in un’altra città ma non ha cambiato residenza, un disoccupato che vive con i genitori, è possibile uscire fuori dall’ISEE familiare per accedere alle agevolazioni previste dal Governo?
L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente è determinante per accedere a Bonus e agevolazioni. Più il valore è basso, infatti, maggiore sarà il numero di prestazioni a cui accedere oppure più elevato sarà l’importo spettante. Si tratta, però, di un valore calcolato tenendo conto dei redditi di tutti i membri del nucleo familiare. Da qui la necessità di capire se un componente della famiglia può uscire dall’ISEE in modo tale da poter avere acceso ad agevolazione che altrimenti non potrebbe ottenere. La domanda si pone principalmente per chi è disoccupato e vive con i genitori oppure per un figlio con un piccolo stipendio mensile che abita ancora con mamma e papà. Uscendo dall’ISEE si potrebbero chiedere Bonus o incentivi per migliorare la propria situazione. Tale strada è percorribile o si incontrano troppi ostacoli?
Uscire dall’ISEE familiare è possibile?
Prima di tentare di dare una risposta al quesito occorre sottolineare che l’ISEE ordinario fa riferimento alla situazione patrimoniale e reddituale dei due anni precedenti al momento della domanda. Per poter calcolare il valore in base alla situazione dell’ultimo anno sarà necessario richiedere l’ISEE corrente ricordando che dichiarazioni false oppure omissioni possono comportare severe punizioni.
Passiamo ora al quesito protagonista dell’articolo. Poniamo il caso di un membro del nucleo che vorrebbe uscire dall’ISEE senza cambiare residenza. Occorre procedere subito con il definire due concetti, quello di nucleo familiare e di persona a carico. Nel nucleo familiare sono incluse persone che vivono sotto uno stesso tetto o sono a carico della stessa persona pur vivendo un case diverse. I componenti, dunque, sono strettamente connessi da un vincolo che può essere quello coniugale, di parentela o tutela. Essere fiscalmente a carico, invece, è una questione differente.
Cosa significa essere fiscalmente a carico
L’essere fiscalmente a carico è connesso ad un legame di parentela e al reddito. Se un figlio, ad esempio, vive fuori città per studio e non ha un reddito proprio da definirsi indipendente continuerà ad essere a carico di un genitore o tutore. Allo stesso modo il coniuge o gli altri parenti che convivono o ricevono assegni familiari da parte del contribuente.
Per Legge sono considerati fiscalmente a carico i familiari che percepiscono un reddito annuo inferiore a 2.840,51 euro all’anno se di età superiore a 24 anni oppure a 4 mila euro se di età inferiore a 24 anni. In generale, dunque, la normativa esclude dal nucleo familiare i membri che hanno cambiato residenza, chi ha meno di 24 anni e un reddito superiore a 4 mila euro e chi ha più di 24 anni e un reddito superiore a 2.840,51 euro. Il problema è che l’attuazione di queste direttive non viene applicata.
Tanti contribuenti, infatti, si vedono negata la richiesta di uscita dall’ISEE familiare pur non risultando più a carico in base ai requisiti citati. Il problema sembrerebbe essere quello di diversità tra carichi fiscali e carichi relativi all’ISEE, Indicatore che riguarda il nucleo familiare ovvero chi vive sotto lo stesso tetto. Servirebbe più chiarezza da parte del Legislatore.