Il Bonus facciate scadrà a breve e i cittadini si interrogano su un’eventuale proroga nel 2023. Cosa bisogna aspettarsi.
La previsione più attendibile è di un addio al Bonus facciate. Sarà così oppure è possibile sperare in una piacevole sorpresa?
Il Bonus facciate prevede una detrazione del 60% sulle spese sostenute entro il 31 dicembre 2022. Dal 1° gennaio 2023 la misura scomparirà a meno che il Governo opti per una proroga. Non è la prima volta che l’agevolazione si trova in bilico tra la fine e un nuovo inizio. Già nel 2022 non ci sarebbe dovuta essere ma la Legge di Bilancio ha raggiunto un compromesso accettabile per prolungare di un anno il Bonus. Parliamo della riduzione della detrazione dal 90% al citato 60% per l’anno in corso. Cosa accadrà nel 2023? Nessuna notizia ufficiale è giunta a togliere i cittadini dall’impasse. Ciò significa che chi ha intenzione di ristrutturare la facciata dovrà procedere con il pagamento delle spese nei prossimi tre mesi. In alternativa potrà ricorrere ad altri Bonus come l’Ecobonus o il Bonus ristrutturazioni nel 2023.
Bonus facciate, il momento è ora!
Per non rischiare di perdere la detrazione del 60% occorre agire subito ma quali sono le condizioni previste dal Bonus facciate? La misura riguarda la copertura delle spese effettuate per i lavori sulle facciate esterne di edifici esistenti di qualsiasi categoria catastale a condizione che risultino ubicati nelle zone A e B (dm 1444/68).
La zona A comprende le parti su territori relativi ad agglomerati urbani di carattere storico, artistico o di pregio ambientale. La zona B include, invece, le altre parti edificate solo se la superficie coperta degli edifici esistenti risulti superiore al 12,5% della superficie fondiaria dell’area e se la densità di popolazione risulti superiore a 1,5 mc/mq.
Quali sono gli interventi ammessi all’agevolazione
Gli interventi ammessi a detrazione riguardano il recupero o restauro della facciata esterna, la pulitura o tinteggiatura esterna e il consolidamento, ripristino o rinnovo degli elementi appartenenti ai balconi, ornamenti e fregi. Proseguiamo con il rinnovamento degli elementi costitutivi dell’esterno che costituiscono la struttura opaca verticale e con la sistemazione delle parti impiantistiche.
Altri lavori ammessi riguardano il consolidamento delle caratteristiche termiche e del decoro urbano (grondaie, pluviali, parapetti e cornicioni). Tra le spese da portare in detrazione citiamo, poi, l’acquisto dei materiali, l’installazione dei ponteggi, lo smaltimento del materiale e la progettazione nonché prestazioni professionali connesse (come perizie e sopralluoghi).
Sono deducibili anche l’IVA, l’imposta di bollo, la tassa per l’occupazione del suolo pubblico e i diritti pagati per i titoli abitativi edilizi. Concludiamo con le spese relative alle superfici confinanti con chiostrine, cavedi, cortili, cornicioni e spazi interni ma solo se visibili dalla strada.