Monete che possono valere una fortuna ma forse nessuno lo sa. Il mondo del collezionismo conserva i suoi colpi di scena.
In molti casi trattandosi di collezionismo ci si può trovare di fronte a situazioni davvero inconsuete, almeno per chi non vive questo mondo dall’interno. Numerosi gli esemplari che nel tempo almeno nella considerazione dei cittadini, di quelli che poi andranno a diventare veri e propri appassionati tendono a svalutarsi. Tale dinamica però spesso non corrisponde alla realtà dei fatti.
Il discorso che spesso viene alla mente è quello legato per l’appunto alla considerazione stesa che si ha di una specifica moneta. La possibilità che questa si pienamente ancorata ai ricordi al passato quindi dei cittadini vuol dire che si si trovai di fronte ad una moneta presente più che mai nell’immaginario pubblico di quella specifica popolazione. In alcuni casi tale feeling potrebbe affievolirsi per poi ricomparire di colpo al primo accenno.
Il legame esistente tra una moneta ed il paese che ha provveduto al suo conio è di fondamentale importanza. L’impatto che quello stesso esemplare può avere sulla popolazione può contribuire in qualche modo all’identità stessa della moneta. Una identità che con il passare del tempo può determinare a consolidare una specifica collocazione in merito al valore della stessa in campo collezionistico. Nel caso specifico la vecchia lira è ancora oggi una delle valute più amate dai cittadini.
Il valore di una moneta può essere condizionato chiaramente dal contesto sociale e politico riscontrabile al momento del conio. Altri elementi possono essere riscontrati in merito al soggetto o al luogo oppure all’evento celebrato attraverso la moneta, oppure ancora dalla presenza di eventuali errori di conio, difetti insomma che possono portare il valore di una specifica moneta letteralmente alle stelle. Numerosi, oggi, gli esemplari di vecchia lira ricercati dai collezionisti di tutto il mondo.
Monete, vecchie lire, il taglio che vale un tesoro: la 100 lire come un’auto nuova
La moneta da 100 lire che circolava ai tempi del Regno di Sardegna, in seguito all’introduzione voluta dal Re Carlo Alberto di Savoia è quella che al momento può arrivare valere fino a 33mila euro, una cifra davvero incredibile a ben pensarci. L’anno di conio è l 1837 per un esemplare che può essere considerato un vero e proprio tesoro. Su uno dei lati, per passare alla descrizione della stessa moneta possiamo trovare il profilo del Re che guarda verso sinistra.
L’incisione presente porta il nome dell’autore: Ferraris. In basso la data di conio, per l’appunto 1837. Troviamo inoltre lo stemma con la croce sabauda, la corona reale ed il collare dell’Annunziata con intorno tre rami di alloro. La scritta presente, inoltre recita: DVX SAB GENVAE ET MONTISF PRINC. PED. In basso, inoltre, troviamo ancora il taglio della stessa moneta. Presente, ancora, la lettera P, simbolo della Zecca di Torino, con la testa di un’aquila.
I pezzi esistenti, ad oggi di questo particolare esemplare sono 2885, realizzati in oro 900. Il diametro della moneta è di 34mm con un peso pari a 32,25g. Nel 2017, ad una particolare asta, il pezzo in questione fu venduto per l’incredibile cifra di 33mila euro. Chiaramente, anche in questo specifico caso vale la regola delle condizioni in cui si trova lo stesso esemplare. Un fior di conio, moneta in perfette condizioni di conservazione può arrivare a valere cifre altissime. Diversa invece è la valutazione per monete in condizioni decisamente diverse.
Oggi più che mai, insomma, gli esemplari della vecchia lira continuano a far letteralmente impazzire i collezionisti di tutto il mondo. Esemplari unici avvolti nel fascino e nel prestigio di una moneta che ha accompagnato il nostro paese nel corso di tre diversi secoli. Veri e propri tesori che possono essere venduti a cifre davvero impressionanti. Provare che credere, potrebbe essere il migliore degli auguri.