Cosa può accadere se non paghiamo puntualmente l’affitto? Dalla diffida allo sfratto, a cosa potremmo andare incontro.
Può accadere di essere in difficoltà economiche e non riuscire a pagare l’affitto. Ma quali sono i rischi che si corrono?
La pandemia da Covid 19 e l’inflazione attuale hanno causato un enorme aumento delle morosità relative al pagamento dell’affitto. Le spese aumentano e i soldi sono gli stessi di sempre, insufficienti per far fronte alle continue richieste di denaro. Si è arrivati ad un punto in cui sempre più famiglie si ritrovano davanti a delle scelte. Si mangia o si paga l’affitto? Si comprano vestiti nuovi per i figli o si paga la bolletta? Gli aiuti del Governo non sempre sono sufficienti per contrastare i rincari eccessivi e può capitare che tante persone non conoscano le opportunità e le agevolazioni loro dedicate. Da qui l’impossibilità per diverse famiglie di pagare in tempo il canone di locazione mettendo a rischio la permanenza nell’abitazione. Quali armi ha in mano il proprietario della casa e cosa occorre sapere per contrastarle?
Secondo la Legge si hanno 20 giorni di tempo per versare l’affitto dal momento della scadenza mensile. Il proprietario, dunque, non potrà agire in alcun modo prima del 21esimo giorno. Il rischio del superare tale lasso temporale è di ricevere una diffida di pagamento ossia una lettera inviata tramite raccomandata A/R oppure con posta elettronica certificata in cui si impone di pagare quanto dovuto entro cinque giorni o secondo una tempistica diversa a scelta del locatore.
Pagando quanto richiesto nei tempi previsti si bloccherà qualsiasi intenzione del proprietario di richiesta di risoluzione anticipata del contratto per morosità e si potrà restare tranquillamente nell’abitazione.
La diffida di messa in mora non è obbligatoria. Ciò significa che secondo la Legge il locatore non ha l’obbligo di inviare la raccomandata al locatario. E questa è una brutta notizia per l’inquilino perché significa che il proprietario della casa può contattare l’avvocato e procedere con la richiesta di sfratto già dal 21° giorno di ritardo del pagamento.
L’inquilino verrà a conoscenza della decisione del locatore tramite la convalida di sfratto per morosità, un vero atto giudiziario in cui sarà indicata la data di udienza davanti al Giudice. L’unica possibilità per “salvarsi” dallo sfratto è corrispondere l’intera somma dovuta entro il giorno dell’udienza. Così facendo si potrà restare nell’immobile fino alla scadenza naturale del contratto.
Arrivando all’udienza senza pagare, invece, si avrà la possibilità di richiedere altri 90 giorni di tempo per versare l’affitto (il termine di grazia). Si fisserà, così, una nuova data dell’udienza. Continuando ad essere morosi, infine, scatteranno l’ordinanza di sfratto e il decreto incentivo. Il primo stabilisce la data entro cui occorrerà abbandonare la casa, il secondo obbligherà l’inquilino a versare tutte le somme dovute.
Non adempiendo alle obbligazioni si verrà sottoposti alla procedura di esecuzione forzata con l’Ufficiale Giudiziario che si reca all’appartamento per intimare all’ormai ex locatario di andare via. Si potrebbe arrivare, in caso di reticenza, all’uso della forza pubblica.