Le dimissioni per il pensionamento sono necessarie per poter lasciare il mondo del lavoro. Attenzione, però, alle insidie nascoste nella compilazione.
L’atto del compilare le dimissioni per il pensionamento dovrà essere svolto con molta attenzione. Un solo errore può costare caro al lavoratore.
L’accesso alla pensione è legato all’invio delle dimissioni da parte del lavoratore. La procedura richiede tempistiche da rispettare e modalità precise da seguire per poter concludere con esito positivo l’iter e potersi garantire l’uscita dal mondo del lavoro. Tali direttive valgono per tutti i lavoratori dipendenti mentre gli autonomi possono interrompere l’occupazione nel momento che ritengono più opportuno, anche dopo il pensionamento (rispettando precise condizioni). Secondo la Legge, dunque, i dipendenti devono necessariamente cessare l’attività lavorativa per poter accedere alla pensione. L’interruzione, però, non è automatica ma deve essere comunicata al datore di lavoro al raggiungimento della maturazione dei requisiti per uscire dal mondo del lavoro. I lavoratori dipendenti, dunque, hanno l’onere di inviare le dimissioni per pensionamento.
Dimissioni per pensionamento, chi deve inoltrarle
Il dipendente deve anticipatamente informare il datore di lavoro della volontà di andare in pensione tramite dimissioni. In questo modo si permetterà al datore di trovare un sostituto in tempo per non bloccare l’attività produttiva. La cessazione dell’attività occupazionale segue iter differenti nel settore pubblico e privato.
Se il dipendente lavora nell’ambito pubblico dovrà seguire le direttive della propria amministrazione. In generale, sarà chiamato a compilare un apposito modulo predisposto dalla Pubblica Amministrazione di appartenenza e consegnarlo all’Ufficio di Accettazione della sede principale dell’ente a mano oppure tramite raccomandata con ricevuta di Andata e Ritorno.
Chi lavora nel privato, invece, dovrà seguire la procedura telematica e compilare online il modulo predisposto dal Ministero del Lavoro.
Cosa occorre sapere per non perdere il diritto alla pensione
Il lavoratore dipendente che desidera andare in pensione (anticipata o di vecchiaia) deve inoltrare le proprie dimissioni per pensionamento. Per non perdere tale diritto dovrà rispettare specifiche tempistiche nella comunicazione che variano a seconda di diversi fattori (anzianità, qualifica, CCNL di appartenenza).
I giorni di preavviso sono, in linea generale, 30 per i dipendenti con anzianità lavorativa fino a 5 anni. Aumentano a 45 per i lavoratori con anzianità contributiva compresa tra 5 e 10 anni e a 60 giorni per chi ha anzianità contributiva superiore a 10 anni. Non presentando per tempo le dimissioni oppure omettendo o sbagliando informazioni indicate nel modulo si rischiano sanzioni. Il datore di lavoro può richiedere l’indennità di mancato preavviso ossia una somma pari alla retribuzione che sarebbe stata erogata al dipendente qualora avesse continuato a lavorare durante il periodo di preavviso.
Tra dimissioni e pensione quanto tempo passa?
Tra la presentazione delle dimissioni da pensionamento e l’erogazione della pensione passano 55 giorni. L’iter prevede che raccolta la domanda del lavoratore l’INPS invii la lettera all’Unicarpe entro tre mesi. Dopo qualche settimana, infine, partirà il primo assegno pensionistico.