Stiamo per scoprire se conviene aprire un Libretto di risparmio bancario o postale. I soldi vanno tutelari, vediamo qual è il modo migliore per farlo.
Le caratteristiche dei Libretti di risparmio postali e bancari consentiranno di capire qual è la soluzione più idonea alle proprie esigenze.
L’inflazione dilagante sta mettendo gli italiani davanti ad una scelta. Tenere i risparmi sul conto corrente con la certezza che perderanno il potere d’acquisto oppure investire in sicurezza per far crescere il denaro mentre si protegge? Naturalmente la maggior parte dei contribuenti sta pensando di scegliere la seconda opzione valutando gli strumenti di risparmio adatti a chi si avvicina per la prima volta al mondo degli investimenti. Conti deposito, Buoni Fruttiferi Postali e Libretti di risparmio sono le soluzioni preferite dai cittadini. Oggi ci soffermeremo sui Libretti per capire se convenga rivolgersi alle banche oppure a Poste Italiane per l’apertura del prodotto.
Un Libretto di risparmio richiede la sottoscrizione di un contratto tra un istituto come una banca o Poste Italiane e il risparmiatore. Il funzionamento è molto semplice. L’investitore versa una somma di denaro sul Libretto e l’istituto si impegna per restituirla in qualsiasi momento maggiorata degli interessi accumulati nel corso degli anni.
Tra le caratteristiche dei Libretti, la possibilità per il titolare di accreditarvi la pensione oppure lo stipendio e di richiedere una carta Bancomat associata. Tanti piccoli investitori stanno preferendo questa soluzione rispetto ad un conto corrente tradizionale proprio per i minori costi previsti e i guadagni attesi. Certo non sarà possibile effettuare bonifici, versare assegni o chiedere prestiti senza busta paga.
Prima di scegliere un Libretto da aprire occorre valutare i rendimenti offerti. I guadagni non sono elevati dato che si tratta di un investimento con rischi quasi nulli. I tassi proposti si aggirano intorno allo 0,00010% lordo, una percentuale decisamente inferiore rispetto ai Buoni Fruttiferi Postali. Con l’inflazione, infatti, Poste Italiane ha aumentato i rendimenti dei Buoni fino al 3%.
Oltre ai rendimenti bassissimi, poi, occorre considerare l’imposta di bollo pari a 34,20 euro per cifre superiori a 5 mila euro e la ritenuta fiscale del 27% (contro la tassazione agevolata al 12,5% dei Buoni Fruttiferi Postali).
Le persone che non hanno necessità di aprire un conto corrente possono optare per il Libretto di risparmio. Dovranno decidere, però, se rivolgersi a Poste Italiane oppure ad una banca. L’offerta dell’azienda italiana è ampia e include prodotti con rendimenti variabili tra 0,01% (Libretto Nominativo Ordinario, Libretto al portatore, Libretto Postale per i bambini e giudiziario) e l’1% (Libretto Nominativo Smart).
Stesso range per i Libretti delle banche. Citiamo lo 0,01% di One Unicredit e Pensione per te Intesa Sanpaolo, lo 0,20% del prodotto Genius Bimbi Unicredit e l’1% di Flash Intesa Sanpaolo. Qual è, dunque, la conclusione? Come forma di investimento il Libretto di risparmio – sia bancario che postale – non ha la stessa convenienza dei Buoni Fruttiferi Postali e dei Conto Depositi.