Inviare una fattura elettronica in ritardo significa incorrere in pesanti sanzioni. Ecco cosa occorre sapere per non correre il rischio.
I titolari di Partita IVA in regime forfettario hanno l’obbligo dal 1° luglio di fatturazione elettronica. Attenzione ai ritardi, costano molto caro.
Dal 1° luglio l’invio di fatture elettroniche è un obbligo anche per i titolari di Partita IVA in regime forfettario che hanno superato i 25 mila euro all’anno di ricavo nel 2021. Dopo qualche iniziale accenno di disappunto, tutti i lavoratori autonomi si sono adeguati alla normativa scoprendo che la procedura di invio elettronico delle fatture in realtà semplifica il lavoro ed è molto semplice. Un’informazione, però, non è nota a tutti i professionisti e commercianti. C’è una scadenza da rispettare per l’inoltro dei documenti. Pena il pagamento di pesanti sanzioni.
Fattura elettronica, le sanzioni in caso di ritardo
La fatturazione elettronica prevede delle specifiche tempistiche di invio della documentazione. Non ottemperando gli obblighi, i titolari di Partita IVA in regime forfettario rischiano di ricevere delle sanzioni onerose. Nello specifico, con riferimento alle operazioni eseguite nel mese di agosto – ad esempio – sarà necessario procedere con l’invio delle fatture entro il 30 settembre 2022.
Ciò significa che per le operazioni del mese di luglio, tutti i lavoratori autonomi dovrebbero aver già inviato la documentazione entro il 31 agosto dell’anno in corso. Superando le scadenze prefissate, ci si espone al rischio di erogazione di sanzioni amministrative. Parliamo di multe che partono dai 500 euro con il 5/10% dei corrispettivi registrati o privi dell’idonea documentazione. Gli importi sono compresi tra 250 e 2 mila euro, poi, se la violazione non comporta variazioni nella determinazione del reddito. Infine, in caso di fatturazione omessa, tardiva o errata dal 90 al 180% dell’imposta l’importo minimo è di 500 euro.
Come agire in caso di dimenticanza
Dimenticando una fatturazione, il contribuente può agire tramite ravvedimento operoso per regolarizzare la sua posizione. Con correzione spontanea si potrà approfittare di una riduzione dell’importo della sanzione che varia a seconda del ritardo accumulato. Entro 90 giorni, ad esempio, la sanzione sarà la metà della cifra iniziale mentre con ravvedimento entro 15 giorni sarà 1/15 della sanzione.
Concludiamo ricordando che in caso di più violazioni la sanzione applicata sarà una sola seguendo il principio del cumulo giuridico. Il pagamento dovrà avvenire tramite modello F24 con codice tributo 8911. Tutti i titolari di Partita IVA, dunque, dovranno rispettare le direttiva della normativa per non pagare sanzioni ricordando che l’introduzione dell’obbligo è stata decisa per evitare illeciti ed evasioni fiscali.