Il decreto Aiuti bis passa un altro Bonus Tv. Ma solo ed esclusivamente per una particolarissima categoria di contribuenti.
La data del 30 giugno è stata rilevante sotto molti punti di vista. Sono entrate in vigore, ad esempio, le nuove disposizioni per l’utilizzo del POS, che obbligano il commerciante ad accettarne i pagamenti, qualsiasi sia l’importo.
In quella data, tuttavia, è arrivata anche una novità sostanziale. O meglio, il passaggio conclusivo di un percorso abbastanza complesso e prolungato. Il 30 giugno 2022, infatti, si è concluso definitivamente il cosiddetto “refarming” delle frequenze, ossia il passaggio chiave per l’introduzione del nuovo Digitale terrestre. Il che, di fatto, pone gli utenti in una posizione abbastanza definita: non sarà più necessario effettuare sintonizzazioni e altre operazioni sulla tv. E, se non si dispone ancora del televisore giusto per supportare la nuova tecnologia, resta necessaria l’azione di prima: procurarsene uno nuovo, o almeno dotarsi di un decoder utile a sintonizzare i canali sulle nuove frequenze.
È vero che nei mesi scorsi si è avuta a disposizione un’agevolazione specifica. Anzi, in realtà più di una visto che un paio di bonus hanno riguardato i dispositivi tv e un altro proprio l’acquisto di un decoder, anche se solo per determinati contribuenti e a specifiche condizioni. L’ultimo aiuto, in questo senso, è arrivato dal decreto Aiuti bis. Un’agevolazione da 50 euro, quindi addirittura maggiorata rispetto alla precedente. È bene però precisare che non si tratta di un’aggiunta, quanto di una sostituzione del Bonus Tv da 30 euro. E, chiaramente, anche stavolta occorrerà rispettare determinati requisiti.
Bonus Tv, ne arriva un altro dall’Aiuti bis: come funziona la nuova agevolazione
In sostanza, anche a refarming completato (e switch off quasi), chi è rimasto indietro con l’aggiornamento non verrà lasciato solo. Bisogna però fare degli opportuni distinguo: il Bonus Tv si ramifica, andando a includere una serie piuttosto vasta di potenziali beneficiari. L’Aiuti bis, attuato proprio allo scopo di favorire le spese dei contribuenti vessati dai rincari, interviene con un piccolo ma sostanziale livellamento del Bonus Tv già esistente. Il quale sarà sempre destinato agli Isee pari o inferiori a 20 mila euro, con possibilità di una sola richiesta a famiglia (non individualmente). L’unica differenza riguarda il novero dei beneficiari che, a fronte di un ventaglio decisamente esteso per il bonus standard, riguarderà esclusivamente i residenti in comunità montane.
Il concetto è abbastanza esteso: per comunità montane si intendono anche consorzi di enti locali o di altre zone ritenute isolate, nelle quali il refarming ha modificato, come in città, le frequenze della tv. Tuttavia, per queste zone, l’unica chance di continuare a vedere i propri programmi preferiti non è il decoder ma u impianto satellitare. E proprio a questo è destinato il Bonus Tv da 50 euro, che andrà a coprire il costo aggiuntivo dovuto all’implementazione del servizio. Come l’altro, sarà cumulabile con il Bonus rottamazione. In sostanza, l’acquisto del dispositivo in questione sostituirà quello di un nuovo tv. Questo perché l’impianto permetterà di continuare a vedere i programmi con la nuova frequenza anche sul vecchio tv. Chiaro, questo non toglie che vi sia la possibilità di comprare una nuova Smart tv con decoder tivùsat integrato, a patto che sia contrassegnata dal bollino “lativù” o “lativù 4K”. Con risparmio assicurato non tanto sui costi quanto sullo spazio.