Tempi duri per i contribuenti italiani. Il Fisco fa sul serio e ritorna all’arrembaggio se cosi si può dire in modo ancora più deciso.
Il momento storico attuale in qualche modo non consente distrazioni. Ogni cosa, per cosi dire, potrebbe sfuggire di mano da un momento all’altro. Abbiamo visto, ad esempio come nel corso dei mesi passati si sia passati ad una condizioni difficilmente gestibile a causa dell’aumento sconsiderato dei prezzi, praticamente in ogni settore. Chiaramente però non è tutto.
La fase che al momento viviamo non è certo delle migliori e questo lo abbiamo ampliamente raccontato, cosi come quotidianamente gran parte dei media nazionali provvedono inoltre a sottolineare. In tutto ciò, tra aumenti dei prezzi nel settore alimentare, in quello dei servizi, carburanti, e praticamente tutto il resto, torna forte la presenza del Fisco che ha ripreso a pieno regime la sua attività dopo le “pause” legate alla pandemia di covid.
I mesi successivi al primo lockdown avevano indotto lo Stato a rallentare la presa fiscale sugli italiani, questo per dare loro maggior raggio d’azione, per cosi dire, in un momento già di per se tanto delicato, con il lavoro fermo e tante attività sull’orlo del fallimento. Oggi più che mai l’attività del Fisco è ripresa cosi come sono tornate puntuali le cartelle esattoriali. Oggi più che mai insomma bisogna stare attenti a come ci si muove, sotto molti aspetti.
Ad oggi persiste sempre in maniera più evidente e chiaramente vasta la problematica dell’evasione fiscale. Nonostante gli sforzi dei vari governi, veri o presunti il livello di gravità della situazione generale non è cambiato chissà quanto. Di conseguenza per tutti coloro che sono attualmente con costanza sotto la lente di ingrandimento dello stesso Fisco la situazione potrebbe peggiorare da un momento all’altro e basterebbe davvero poco per far si che questo succeda.
Il rischio insomma diventa più che consistente nel momento in cui se già di fatto entrati nelle dinamiche che riguardano il Fisco italiano. 80 miliardi di euro, a tanto dovrebbe ammontare il totale di quanto evaso nel nostro paese. Lo Stato è pronto a riprendersi quanto dovrebbe spettargli, nei modi e nei tempi consentiti. Chiaramente però il tutto non è di semplice applicazione e di conseguenza si agisce per operazioni in qualche modo collaudate che possono di certo portare ottimi risultati.
Quello che gli italiani non sanno, oppure magari prendono sottogamba è la capacità da parte dello stesso Fisco di conoscere in qualche modo qualsiasi cosa dei contribuenti. Di conseguenza, ad esempio, attraverso uno strumento chiamato redditometro lo Stato è capace di effettuare in qualche modo proiezioni, stima, comprendere ciò che di fatto può essere o meno alla portata degli stessi contribuenti. Sfidare tale strumento è affare di per se molto rischioso.
Il redditometro ad esempio può scattare nel momento in cui, magari un contribuente, acquista una automobile di grossa cilindrata. Una serie di calcoli andranno a considerare la sua posizione reddituale in rapporto all’automobile in questione. Comprendere o meno, questo è l’intento, se il cittadino in questione può davvero permettersi quell’automobile con il reddito da lui dichiarato. In caso contrario, puntuali più che mai potrebbe scattare i controlli del Fisco.
Il linea di massima tale lezione, tale dinamica più che altro dovrebbe far comprendere al contribuente che è davvero rischioso acquistare qualcosa che non ci si potrebbe permettere. Il Fisco da quella piccola cosa potrebbe costruire un enorme castello, almeno in teoria. Ma in certi daci dalla teoria alla pratica il passo può essere davvero breve. Bisogna fare attenzione insomma. Ponderare ogni acquisto, piccolo investimento o qualsiasi altra cosa. Gli occhi del Fisco potrebbero essere più aperti che mai.