Il decreto Aiuti bis interviene a tutela degli utenti in regime di mercato libero. Prezzi calmierati sul gas grazie allo stop alle modifiche unilaterali.
Laddove non arriva il taglio arrivano le tutele. Sembra essere questo il quadro dei consumi energetici fino alla prossima primavera. Il caro energia, infatti, sarà tamponato dai regimi stessi di consumo.
Ossia, per le aziende fornitrici di gas e luce non sarà possibile proporre modifiche contrattuali unilaterali per i contratti sul mercato libero. In questo modo, il prezzo delle bollette non potrà aumentare, nemmeno in presenza del diritto di recesso. Una regola disposta dal decreto Aiuti bis che, a quanto pare, intende lasciare un’eredità concreta da parte del Governo Draghi. Tutte le misure, infatti, sono state predisposte affinché il prossimo inverno gli italiani possano attutire al meglio la crescita dell’inflazione. In primis determinando qualche aiuto diretto in busta paga. E, nondimeno, cercando di fornire qualche strumento adatto a tamponare l’emergenza rincari senza rimetterci troppo di tasca propria.
Provvedimenti che il prossimo governo dovrà rafforzare o al massimo confermare, disponendo però di nuove risorse che, al momento, appaiono abbastanza complicate da reperire. Detto questo, per quanto riguarda i costi dell’energia si andrà quindi a calmierare i prezzi delle materie prime, conseguenza diretta della crisi innescata dalla guerra in Ucraina e da tutti i provvedimenti emessi in merito. In particolare per il gas, si riuscirà quindi a ottenere perlomeno una garanzia che il costo della fornitura non aumenti in base a decisioni univoche da parte delle società gestenti.
L’unico dettaglio da tenere in considerazione riguarda l’appartenenza dei contratti interessati al regime di mercato libero. Coloro che fanno parte del regime di maggior tutela, invece, sono tenuti a pagare tariffe stabilite dall’Arera. Ma non solo. Altri tre aspetti sono da tenere seriamente in considerazione, non solo per gli utenti ma anche per chi beneficia del servizio. L’efficacia delle clausole contrattuali che consentono di modificare unilateralmente le condizioni generali è sospesa fino al 30 aprile 2023. Lo prevede lo stesso decreto Aiuti bis, per la precisione all’articolo 3. Una voce fondamentale, se non altro per definire i diritti dell’utente. Senza contare che l’intervento del Governo figurerà come retroattivo. Un’altra variabile a favore dei consumatori.
Qualsiasi modifica unilaterale dei contratti, infatti, sarà annullata in virtù del medesimo articolo. Nel decreto viene spiegato che fino alla data in oggetto, “sono inefficaci i preavvisi comunicati per le suddette finalità prima della data di entrata in vigore del presente decreto”. Questo, a condizione che le modifiche in questione non siano già state perfezionate. Del resto, già prima dell’introduzione della normativa salvagente esisteva l’obbligo per le aziende di fornire un preavviso pari ad almeno tre mesi prima dell’effettiva modifica del contratto. In questo modo, buona parte degli interventi per così dire “peggiorativi” non potrà arrivare a dama. È inoltre previsto un ulteriore intervento volto a tutelare le fasce più deboli della cittadinanza, sempre a partire da gennaio 2023. Ai contribuenti in questione verrà offerto un prezzo del gas naturale corrispondente al prezzo effettivo sul mercato all’ingrosso.