Il momento dell’Austerity per il gas in Italia è arrivato. Non c’è più spazio per le esitazioni, si preannuncia un freddo inverno.
Il taglio dei consumi del gas non è più rinviabile. Tutti i cittadini saranno coinvolti nel piano di razionamento, anche gli studenti.
La situazione è ambigua e ipotizzare come passeremo l’inverno è difficile. Da una parte l’Italia sta accumulando scorte e lo stoccaggio procede a buon ritmo. I nuovi accordi per approvvigionamenti diversi dal gas russo daranno presto i loro frutti ma le prospettive non sono forti abbastanza da far cadere tutti i timori per i mesi più freddi dell’anno. Rimane, infatti, il problema del costo del gas con un aumento dei prezzi che ha visto tornare i costi sopra i 240 euro a kilowattora. Si aggiunge, poi, una possibile nuova riduzione di rifornimento di gas da parte della Russia. Insomma, il nuovo Governo dovrà fin da subito affrontare questioni molto serie che interessano famiglie e imprese. E non basteranno belle parole e promesse per risolvere le problematiche. Occorreranno interventi seri e piani di riduzione dei consumi ben congegnati per risultare realmente efficaci.
Austerity gas in Italia, le previsioni per i prossimi mesi
Il costo del gas alle stelle non è un problema nato oggi. Sono mesi che l’Italia si sta muovendo per cercare di arrivare con uno stoccaggio sufficiente per affrontare l’inverno garantendo ai cittadini il bene alla base del riscaldamento. Draghi si è mosso stipulando accordi per la fornitura in arrivo da paesi diversi dalla Russia, come l’Algeria. Nello stesso tempo si pensa a piani di riduzione dei consumi a livello nazionale (alcuni Comuni li hanno già resi noti). L’Unione Europea ha previsto, infatti, un taglio del 7% non ancora obbligatorio – ma potrebbe accadere presto. Spegnere l’illuminazione stradale in determinati orari, abbassare le temperature dei riscaldamenti, alzare quelle dei condizionatori, chiudere anticipatamente i negozi. E poi c’è la questione “scuola” con la possibilità che scattino razionamenti anche in questo contesto.
Cosa accadrà nelle scuole italiane
L’austerity per il gas potrebbe comportare razionamenti delle forniture nelle scuole. I dirigenti scolastici sono già al lavoro per studiare piani anti-crisi valutando lo spegnimento dei termosifoni quando non necessario e l’utilizzo delle luci. In alcune scuole, poi, si stanno realizzando impianti moderni puntando sul fotovoltaico ma i costi sono onerosi e servirebbe il sostegno dello Stato per coinvolgere un numero importante di edifici scolastici.
In Italia ci sono ben 40 mila istituti per un consumo totale eccessivo. Sostituire le vecchie lampadine con quelle a led potrebbe essere un inizio. Bisognerebbe far attenzione, poi, a tenere le luci spente se le aule sono vuote (per esempio durante l’ora di educazione fisica) oppure quando la giornata di sole permette di sfruttare la luce naturale. Ma il vero problema dei consumi è legato al riscaldamento. Dal 15 novembre al 15 marzo nelle scuole si accendono i termosifoni indipendentemente dalla temperatura esterna.
Autonomia agli istituti per ridurre i consumi di gas
Rendendo autonomi gli istituti scolastici nella gestione del riscaldamento si potrebbero ottimizzare i consumi. Programmare le accensioni e gli spegnimenti ma soprattutto abbassare le temperature nei giorni non freddi permetterebbe di ammortizzare spese e consumi. I periodi di accensione, poi, dovrebbero essere diversi tra nord e sud, città di montagna e città di mare.
Le lezioni pomeridiane, poi, potrebbero essere anticipate in modo tale da avere caldi gli ambienti dal riscaldamento mattutino. La sostituzione degli infissi, infine, è una richiesta che parte da Cristina Costarelli, presidente dell’Anp della Regione Lazio. Ottima idea, ma servono soldi che spesso scuole e Comuni non hanno.