In caso di vacanza rovinata è possibile chiedere un indennizzo per farsi ripagare del danno subìto. Scopriamo quando e come procedere.
Gli imprevisti succedono ma se rovinano una vacanza è bene chiedere un risarcimento per l’accaduto.
Quando si è in viaggio occorre avere la mente aperta ad ogni possibilità, sia positiva che negativa. Può accadere di tutto, da incontri inaspettati a ritardi nei trasporti, dalla prenotazione inesistente alla struttura fantasma. Poi ci sono gli infortuni, i problemi di perdita del bagaglio, disagi con l’albergo e via dicendo. Una lunga lista di danni che rovinano la vacanza e rendono di pessimo umore i viaggiatori. Altro che relax e divertimento, gli inconvenienti possono far crollare in un istante il desiderio di tranquillità e svago. Se dovesse capitare durante un viaggio prenotato con un tour operator o un’agenzia di viaggi si potrebbe richiedere un indennizzo per il danno subìto.
Vacanza rovinata? È il momento di chiedere un indennizzo
Il primo passo per ottenere un indennizzo è informare il prima possibile l’agenzia di viaggi o il tour operator del disagio o danno subìto. Bisognerà utilizzare una PEC e informare il destinatario della causa dell’inconveniente, come si è svolto l’evento e gli effetti conseguenti. Chi non dovesse avere un indirizzo di Posta Elettronica Certificata potrebbe procedere inviando un fax oppure una raccomandata con ricevuta di ritorno.
Se la compagnia di riferimento non dovesse rispondere sarebbe opportuno inviare un reclamo formale non oltre i dieci giorni dal rientro dalla vacanza. La Cassazione ha recentemente accordato un indennizzo per un danno comunicato entro l’anno ma prima si agisce più possibilità si hanno di ottenere un risarcimento in breve tempo. La prescrizione arriva a tre anni in caso di danno alla persona. In allegato al reclamo o all’email non sarà necessario aggiungere foto o video legate danno – stabilisce il Codice del Turismo – ma è consigliabile conservare le prove a sostegno delle proprie ragioni (contratto di vendita del pacchetto, scontrini di spese sanitarie, dépliant illustrativi…).
L’importanza delle prove
Vogliamo ribadire l’importanza di conservare prove e testimonianze del disagio indotto. Non gettare un dépliant può sembrare inutile ma se dovesse illustrare, ad esempio, una piscina che sul posto invece non è presente risulterebbe essere una prova inconfutabile di proposta ingannevole.
Allo stesso modo il riferimento ad un servizio “all inclusive” che, in realtà, non include bibite o gite, alla dicitura camera con vista mare quando si vede la campagna o ad un bagno privato quando nei fatti è in comune sono tutti riscontri validi per ottenere un risarcimento.
A chi rivolgersi per ottenere un indennizzo per la vacanza rovinata
Informando subito il tour operator o l’agenzia di viaggi del danno subìto si tenta la strada della mediazione per giungere ad un accordo privato di risarcimento. Qualora non si dovesse giungere ad una soluzione bisognerebbe optare per un giudice di pace ma solo se l’importo dell’indennizzo richiesto risulterà inferiore a 5 mila euro. Per somme più elevate l’unica strada è il Tribunale.