Tutto dipende dai minuti ma non sempre sono sufficienti per ottenere un rimborso. I soldi del treno, infatti, potrebbero non tornare indietro.
Viaggiare e subire un ritardo, anche consistente, senza poter fare nulla. O quasi. Chi si sposta sulla linea ferrata saprà bene cosa significa arrivare in stazione e ritrovarsi di fronte una tabella oraria ostile.
Molto spesso, i ritardi del treno sono cagionati da guasti sulla linea o da fattori esterni, come dei danni subiti dai binari, oltre che da incidenti e malfunzionamenti vari. Tuttavia, in quei casi, il viaggiatore è totalmente impotente. E, nonostante il biglietto pagato, dovrà arrovellarsi il cervello per capire se vi sia o meno la possibilità di viaggiare in modo alternativo. Altrimenti, l’unica opzione disponibile sarà la più logica: il rimborso del biglietto. Cosa che non risolve il problema in sé ma che, a ogni modo, consente perlomeno di non rimetterci i soldi già spesi. Dipende chiaramente dalla natura del problema e, soprattutto, dalla consistenza del ritardo. Se l’attesa è tollerabile, bisognerà fare i conti esclusivamente con i minuti persi.
In caso di ritardi più ampi, invece, la situazione si farebbe decisamente più complicata. E l’ottenimento del rimborso del costo del biglietto sarebbe a quel punto dovuta, vista l’impossibilità di fornire il servizio. Attenzione però, perché anche in questo senso esistono diversi casi da tenere in considerazione. Ed elementi decisivi, come quello dei minuti di ritardo accumulati. Da questo, infatti, dipende la possibilità di ottenere o meno un rimborso. In sostanza, il diritto al rimborso esiste ma solo nel caso in cui sussistano ragioni considerate valide, in primis il cumulo dei minuti di attesa del treno.
È la stessa Trenitalia a dar conto delle procedure di rimborso, stabilendo in primis quanti minuti di ritardo sono necessari al fine di far scattare l’iter per tornare in possesso dei propri soldi. Nello specifico, il rimborso è pari al 25% del prezzo speso nel momento in cui il ritardo è compreso fra 30 e 59 minuti. In caso di ritardi superiori, su tutti i treni nazionali, il rimborso resta al 25%, mentre per ottenerne uno del 50% del costo complessivo i minuti di attesa dovranno superare i 120, ossia le due ore. In sostanza, appurato che non si tornerà in alcun caso al ri-ottenimento totale della somma spesa, esistono anche delle differenze da tenere in considerazione fra treni nazionali e le cosiddette Frecce. Per questa tipologia di treni, il rimborso avviene per ritardi fra 30 e 59 minuti, con indennizzo del 25% da riutilizzare entro 12 mesi. In poche parole, un buono più che un rimborso.
Per quanto riguarda i treni nazionali, il ritardo che permette il rimborso dev’essere superiore ai 59 minuti: indennità del 25% per ritardi fra 60 e 119 minuti, 50% per i superiori. Esistono tuttavia altre circostanze che possono determinare il mancato rimborso del biglietto sul ritardo del treno, a prescindere dai minuti accumulati. Ad esempio, niente soldi indietro in caso il costo del biglietto sia inferiore a 4 euro, oppure con un ritardo comunicato prima dell’acquisto dello stesso. In questo senso, basta anche un post sul profilo ufficiale social della società. Per il circuito Trenitalia, ottenere il rimborso è subordinato alla compilazione di un modulo apposito disponibile sul sito, da spedire alla direzione regionale o provinciale competente entro un anno dal ritardo. Al netto di condizioni particolari, naturalmente.