Furti di dati, password o applicazioni di servizi a pagamento. I malware sono tanti e, spesso, invisibili. I sistemi di protezione diventano fondamentali.
L’apporto della tecnologia nasconde sempre più spesso un preoccupante effetto boomerang. Anzi, per la verità non lo nasconde per niente, se non nel senso letterale della sua applicazione.
Gli attacchi informatici rappresentano quanto di più pericoloso non solo per i nostri server ma anche per il nostro denaro. Nella maggior parte delle occasioni, infatti, malware, ransomware e tentativi di hackeraggio vari mettono nel mirino i profili home banking oltre che quelli personali. Lo scopo dei cybercriminali è appropriarsi del denaro altrui violando la sicurezza informatica di pc, smartphone e iPhone. O, in altri casi, delle password dei profili social, operando veri e propri furti di identità, il cui scopo è quello di estendere il bacino delle possibili vittime. Il problema è che, molto spesso, tali malware si nascondono dietro l’aspetto innocente di applicazioni, in alcuni casi dei fac-simile di app famose.
Questo, naturalmente, rende vulnerabile anche una piattaforma rodata come Google Play Store. E se la stagione estiva diventa latrice di un incremento dei tentativi di truffa nei confronti di persone sole, le trappole scattano in numero consistente anche nei confronti dei server. Niente flessione estiva quindi. Anzi, secondo la società di sicurezza Zscaler ThreatLabz gli attacchi nei confronti dello store di Google si sarebbero rafforzati. Dal famigerato Joker a Facestealer, fino al pericoloso Coper: almeno quaranta app sarebbero state interessate da offensive hacker, usando come cavalli di Troia proprio dei malware travestiti da applicazioni.
Secondo gli esperti, sarebbe proprio Joker a tenere sulle spine gli addetti alla tutela degli internauti. Si tratta di uno dei malware più pericolosi, in quanto perlopiù nascosto nelle app Android e che agisce nascondendosi nel sottobosco informatico, applicando agli utenti dei servizi costosi senza che questi li abbiano richiesti, né tantomeno accettati. Anche gli account Facebook sarebbero in pericolo, stavolta per colpa di Facestealer che, attraverso form falsi, riesce a sottrarre dati e password varie alle vittime. Per quanto riguarda Coper, invece, l’obiettivo sono i servizi bancari, sia europei che sudamericani e addirittura australiani. In sostanza, il bacino delle truffe si estende per tutto il globo.
Gli addetti alla sicurezza informatica invitano gli utenti a rafforzare i propri strumenti di prevenzione e, soprattutto, a informarsi sulle modalità di applicazione delle trappole. L’uso di un antivirus può essere certamente utile, ma un’attenzione approfondita su quali app vengano scaricate e da dove rappresenta un ulteriore elemento di autotutela. Anche l’apporto di una VPN può essere fondamentale. Si tratta di un servizio di protezione dei dati, sia in entrata che in uscita dal dispositivo.
Fra i migliori suggeriti dagli esperti figura AtlasVPN, ossia una piattaforma che consente a un account di proteggere vari dispositivi, da Pc a Mac, fino ai comuni smartphone, iPhone e persino profili Amazon Fire TV. La protezione è garantita dal protocollo WireGuard che, peraltro, non influisce sulla banda della connessione. Per quanto riguarda i costi, il sistema viene applicato a 1,67 euro al mese. Una spesa minima a fronte di una protezione quasi totale. Altrimenti, andrà bene anche usare la propria attenzione. A patto che lo si faccia sul serio.