Un altro scatto verso la sostenibilità Arrivano i contributi per il fotovoltaico ma solo per alcune realtà. L’occasione però è ghiotta.
Obiettivo sostenibilità. Sia sul fronte dei consumi che della dotazione di strumenti idonei a mantenere le emissioni entro i livelli di guardia. E, magari, a livello zero in un prossimo futuro.
Tutto passa dallo sfruttamento, o meglio, dall’applicazione sensata di strategie volte a ottimizzare al massimo l’apporto delle fonti energetiche rinnovabili. In primis quella del sole. Non è un mistero che l’Europa abbia da tempo avviato una politica mirata sull’adeguamento delle politiche energetiche ai dettami della sostenibilità. Il che, entro il 2050, dovrebbe portare a una completa rinuncia alle fonti fossili e, di conseguenza, all’azzeramento delle emissioni nocive per il clima del Pianeta. Una politica portata avanti con tenacia ma, per forza di cose, a passi cadenzati. L’irruzione della pandemia e la conseguente crisi economica ha infatti riscritto l’agenda dei Paesi, pur senza cancellare la voce sull’impiego delle rinnovabili.
Del resto, l’emergenza climatica è un problema concreto e, in qualche modo, le temperature infernali di quest’estate ce lo hanno ricordato. Non perché le estati passate non fossero state calde ma per la percezione di una mutazione nel caldo della bella stagione che ha accomunato praticamente tutta la popolazione italiana, se non addirittura europea. Percezione supportata sia dai termometri, per settimane fissi ben oltre i 30 gradi, in alcuni casi anche di notte, sia dagli incendi, favoriti dai venti bollenti e dall’assenza di pioggia. Ora che le temperature sembrano aver deciso di concedere una tregua, la riflessione su un uso responsabile delle fonti alternative diventa quanto mai urgente.
Una delle prima “rivoluzioni” è quella in ambito domestico. Ostacolata però dai costi ancora fuori budget per l’installazione di impianti come il fotovoltaico o i pannelli solari. Innovazioni tecniche che il Governo ha cercato di stimolare, dapprima ponendo l’impiantistica entro il quadro delle manutenzioni ordinarie e, successivamente, disponendo incentivi per l’acquisto, oltre che dei “premi” per chi avesse affrontato delle spese volte a garantire un risparmio energetico. Per quanto riguarda il fotovoltaico, così come i pannelli solari, accanto ai bonus per l’installazione figurano infatti dei contributi a fondo perduto, con una cifra ragguardevole messa in campo: ben 750 mila euro. Un provvedimento finito in Gazzetta Ufficiale a giugno ma che, come spesso accade, non apre le porte a chiunque.
Il fondo perduto, stavolta, strizza l’occhio a un settore cruciale per l’economia italiana come quello agricolo. Ma anche a quello zootecnico e agroindustriale, tutti previsti nel piano incluso nel Pnrr. In pratica, le aziende che operano in questi settori potranno accedere a un catino di risorse in grado di garantire l’impianto di dispositivi volti all’efficientamento energetico dei comparti. Innanzitutto per garantire un risparmio nei consumi. E, in secondo luogo, per ottimizzare le risorse idriche ed evitare sprechi. Per la verità, i fondi possono essere utilizzati anche per progetti di bonifica, come la rimozione e lo smaltimento di amianto, oppure per la realizzazione di sistemi di aerazione.
Sarà fondamentale rispettare i tempi, un po’ come avviene per il Superbonus: la fine dei lavori dovrà avvenire tassativamente entro il 2026. Inoltre, le agevolazioni coprono un 50% per le imprese del Sud Italia e un altro 40% per quelle del Centro e del Nord. Il limite di spesa sarà anch’esso tassativo: 750 mila come minimo, 1 milione il totale. La buona notizia è che si tratta di fondi cumulabili con altre sovvenzioni. In sostanza, la sostenibilità diventa anche un’occasione.