Meglio assumere un farmaco dietro consiglio medico. Non sempre la scelta di una cura “fai-da-te” porta gli effetti sperati. Specie in alcune persone.
Una prescrizione medica tende a metterci al riparo da molte sorprese spiacevoli. E non solo in relazione al prezzo di un farmaco acquistato al banco del farmacista.
Le ricette del nostro medico curante, infatti, tengono conto della nostra predisposizione all’assunzione di un medicinale piuttosto che di un altro. E, nella stragrande maggioranza dei casi, l’assegnazione da parte di un dottore, specie se di fiducia, dovrebbe essere una garanzia. E, nella fattispecie, la procedura da seguire in ogni caso, anche a fronte di una abitudinarietà nell’assumere un determinato farmaco. Anche se venduto al banco senza ricetta. Medicinali di questo tipo sono all’ordine del giorno. Basti pensare alla tachipirina, piuttosto che ad altri che forniscono, per così dire, un rimedio contro malesseri generalizzati. Uno di questi, anzi, forse il più famoso dopo la suddetta tachipirina, è l’Oki.
Un rimedio a tutti gli effetti, visto che la sua utilità è legata a dolori articolari, a mal di testa e altri disturbi simili. Tuttavia, anche in questo caso è bene andarci cauti. Un po’ perché si tratta di un medicinale a tutti gli effetti e anche per la possibilità che questo possa portare effetti indesiderati se assunto con troppa leggerezza. Il fai-da-te, infatti, non è mai consigliabile, anche in relazione a farmaci così famosi. In sostanza, come si diceva, i consigli del medico risultano sempre fondamentali per scongiurare brutte sorprese. Anche perché, contrariamente a quanto si penserebbe, non per tutti sarebbe consigliabile affidarsi totalmente all’Oki.
Oki, le controindicazioni (per i bambini) del farmaco per la cura fai-da-te
L’Oki si presenta come un antinfiammatorio non steroideo, utilizzato perlopiù in relazione a dolori all’apparato osteoarticolare, oltre che per otiti e sensazioni di dolore per postumi operatori. In senso generale, l’ipersensibilità al ketoprofene sconsiglia di per sé di assumere il farmaco in questione. O comunque ne limita l’utilizzo a un breve periodo. Per quanto riguarda le varianti come Oki task, l’unica differenza riguarda il principio attivo, ossia con un’assunzione più rapida da parte dell’organismo, in quanto il farmaco si presenterà come soluzione orosolubile in bustina. L’Oki tradizionale, invece, è in sostanza granulosa. Come tutti gli altri farmaci, anche Oki include un foglietto informativo che, al pari dei “fratelli”, indica quali possano essere gli effetti indesiderati su chi lo assume. Il nodo starebbe proprio nel ketoprofene.
Fra le possibili reazioni figurano ulcera, diatesi emorragica, colite ulcerosa, gastrite e addirittura insufficienza cardiaca o renale. Effetti collaterali dovuti a ipersensibilità, la quale potrebbe a sua volta generare effetti gravi come broncospasmo, attacchi di asma e riniti, oltre che le più comuni orticaria e allergia. In sostanza, meglio non lasciarsi ingannare. Anche se, solitamente, tali effetti si manifestano in modo controllabile e soprattutto raramente, la possibilità che possano verificarsi sconsiglia l’uso di Oki per bambini al di sotto dei sei anni. Del resto, un’attenzione simile non riguarda solo questo ma anche altri farmaci piuttosto comuni.
(Le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)