Le catastrofiche teorie sui Maya e su una replica degli eventi che hanno portato alla distruzione dell’intera civiltà sono pronte ad avverarsi.
Se gli uomini non dovessero prendere in mano il loro destino, la nostra civiltà subirà la stessa sorte di quella del Maya. I segnali ci sono e la loro lettura spaventa.
Il silenzio che aleggia nei territori che un tempo sono stati vissuti dai Maya potrebbe sentirsi sull’intero pianeta. Ciò che ha portato l’antica civiltà alla distruzione si è insinuato tra di noi e lentamente potrebbe segnare l’inizio della fine. A delineare questo drammatico quadro un gruppo di ricercatori degli Stati Uniti. Lo studio di 800 anni di storia dei Maya, dalla nascita alla fine dell’impero, ha permesso di riconoscere alcuni segnali che indicano come la storia possa ripetersi. Il riferimento non è all’arrivo dei conquistadores che hanno inferto una lacerante ferita alla civiltà – anche se dopo una pandemia, lo scoppio della guerra in Ucraina, la siccità, le cavallette e il vaiolo delle scimmie aspettarsi l’arrivo di alieni conquistatori non è ipotesi assurda – ma ad elementi già presenti nella società che ne hanno alterato l’equilibrio portando al collasso.
Le teorie sulla fine dei Maya applicate in chiave moderna
Gli storici dell’Università di Santa Barbara e Albany hanno scoperto che ancor prima dell’arrivo dei conquistadores spagnoli la civiltà Maya dava cenni di cedimento. Strazianti conflitti interni e devastanti crisi di gestione delle risorse erano protagonisti del tempo e la causa di tanta drammaticità era una sola, la siccità.
Alla base del collasso di un enorme e potente impero c’è il cambiamento climatico. Il clima sempre più torrido ha creato disquilibri, tensioni e una divisione interna senza precedenti. Cosa vi ricorda tutto questo? L’attuale situazione che stiamo vivendo. Gli storici non hanno dubbi che la modifica del clima sia stata artefice di confusione, contrasti e problematiche in ogni settore della società. E hanno paura che tutto questo stia accadendo di nuovo e possa essere l’inizio della fine di altre civiltà.
Allora come oggi, se la storia dovesse ripetersi sarebbe tremendo
Siccità significa niente acqua, la mancanza di acqua significa minore produzione agricola e alimentare e ciò si è tradotto, per i Maya, in una distribuzione delle risorse non equa. Da qui la nascita di violenti scontri, ribellioni, strappi societari impossibili da ricucire. La situazione era diventata talmente pericolosa che tanti abitanti di Mayapan, la capitale dell’impero, hanno deciso di scappare e lasciare le proprie case. Si è arrivati, poi, alla necessità di evacuare l’intera città non prima di aver scavato una fossa comune in cui sono stati ammucchiati centinaia di cadaveri compresi i membri dei capi di Stato, la famiglia dei Cocom.
La violenza, dunque, è stato l’ultimo atto di una civiltà arrivata al punto di rottura a causa della siccità. La storia sembra che si stia ripetendo ma noi abbiamo un vantaggio, anzi due. La conoscenza e l’esperienza da cui trarre insegnamenti per trovare una soluzione prima di arrivare a quel punto di non ritorno che significherebbe annullare la nostra civiltà. Saremo in grado di agire in tempo?