Secondo quanto stabilito da una sentenza della Corte di Cassazione, rubare per fame non può essere considerato reato.
La situazione di crisi economica, che sta affrontando il nostro Paese, ha condotto milioni di nuclei familiari pericolosamente in prossimità della soglia di povertà minima. A nulla servono reddito di cittadinanza e bonus una tantum: milioni di famiglie non riescono a mettere un piatto di pasta asciutta sulla tavola, con la conseguenza che, nei casi più disperati, si ricorre al furto di alimenti.
Purtroppo, la situazione economia attuale ha reso la vita difficile a tantissime famiglie italiane. L’aumento dei costi dei generi di prima necessità e del tasso d’inflazione hanno prodotto un effetto devastante in molte case italiane.
La perdita del potere d’acquisto di stipendi e pensioni, ha portato 5 milioni di italiani, durante il biennio della pandemia, a ridosso della soglia di povertà.
Rubare per fame, non è un reato: l’aumento dei casi è preoccupante
Le code alla caritas sono cresciute ed è possibile trovare, in fila, persone che non avevano mai auto bisogno di questo tipo d’aiuto.
In molti casi, si tratta di cittadini che hanno perso il lavoro, a causa delle chiusure volute dal Governo per contrastare la diffusione del virus. In altri casi, si tratta di persone che hanno le stesse entrare pre-Covid, ma che non riescono a far quadrare i conti a causa degli aumenti che hanno caratterizzato diversi settori (energia, carburante, materie prime, generi di prima necessità, etc.).
Alcuni di loro hanno bambini piccoli da sfamare e la disperazione può condurre l’essere umano a compiere atti estremi, per la sopravvivenza.
È così che un crescente numero di persone viene scoperta a rubare alimenti e generi di prima necessità Si tratta di padri e madri di famiglia o di pensionati: si ruba per fame!
Cosa accade a queste persone che, seppure disperati, sono colti mentre compiono un reato grave?
La sentenza della Corte di Cassazione
Secondo una sentenza della Corte di Cassazione le persone fermate a rubare alimenti e generi di prima necessità, non stanno commettendo alcun reato
Si tratta di una decisione storica, che ha dell’incredibile: se un cittadino ruba per fame non può essere condannato. La decisone dei giudici risale al 2016, ma è attuale ora più che mai.
Così, in vista dell’inverno 2022, che sarà caratterizzato da una forte crisi economica, con famiglie che si troveranno a decidere se è il caso di spendere soldi per mangiare o per riscaldarsi: questa sentenza potrebbe autorizzare molte persone a compiere furti.
Soprattutto se si tiene conto dei dati allarmante che caratterizzano il nostro paese. Ci sono circa 2 milioni di persone che vivono in povertà assoluta e 5,6 milioni di italiani che vivono in prossimità della soglia di povertà.
La situazione è preoccupante, serve un intervento governativo
Tra l’altro, come dimostrano i dati, negli ultimi anni i furti di generi alimentari e di prima necessità sono cresciuti in maniera esponenziale. Si parala, infatti, dei cd “furti di necessità” che, a quanto pare, riguarda circa i 2/3 dei furti registrati nell’ultimi periodo.
Dopotutto, la crisi economica, l’aumento del tasso d’inflazione e l’incertezza che caratterizza questo periodo storico, hanno fatto in modo che almeno un italiano su 10 non riesca a vivere in maniera dignitosa. In sostanza, si tratta di una buona fetta della popolazione che non riesce a far fronte ai bisogni primari, con il conseguente aumento dello stato di disperazione che incentiva i reati.
Pare evidente che, se da un lato, non è possibile condannare chi ruba per non morire di fame, non è accettabile che, in uno Stato che si professa civile, ci siano persone che vivono in una condizione economia e sociale di estremo disaggio.
È necessario che il Governo intervenga per ridurre il numero di persone che vivono in povertà assoluta. Con la promessa di trovare un modo per eliminare completamente la povertà dal nostro Paese.