La crisi dell’INPS è in atto da diversi anni e, sempre più spesso, ci si domanda: fino a quando l’istituto previdenziale riuscirà a pagare le pensioni?
La situazione pensionistica in Italia è estremamente critica. Le ragioni di tali criticità sono da ricercare in una considerevole riduzione della natalità e nell’aumento dell’età media della popolazione. In sostanza la popolazione italiana è vecchia, ciò vuol dire che il numero di pensionati è in costante crescita, a fronte di una riduzione dei giovani, ovvero di coloro che producono ricchezza.
Se la situazione dovesse continuare a seguire questo trend, tra qualche anno il numero di pensionati sarà maggiore rispetto a quello degli occupati. E la conseguenza potrebbe essere estremamente gravi per gli italiani. Si potrebbe davvero arrivare al punto di non ritorno, in cui l’INPS non è in grado di versare gli assegni di pensione mensili.
Diamo un’occhiata ai dati che abbiamo a nostra disposizione e proviamo a capire in che modo questa situazione critica può essere superata.
Crisi dell’INPS: fino a quando riuscirò a pagare le pensioni?
Attualmente l’istituto previdenziale deve far fronte ad una condizione di forte crisi. Lo dimostra il costante aumento del debito pubblico che è il risultato di risorse economiche stanziate, per permettere il versamento delle pensioni ai cittadini che ne hanno diritto.
In sostanza il Governo versa nelle casse dell’INPS somme di denaro che consentono all’ente di rispettare i pagamenti mensili.
Dati alla mano, non è difficile capire per quale motivo l’istituto previdenziale faccia fatica rispettare i suoi impegni.
A quanto pare in Italia solo il 39,1% dei cittadini risultano occupati e, dunque, producono ricchezza. Stiamo parlando di circa 23,4 milioni di cittadini, di cui il 70% sono lavoratori dipendenti.
I dati attuali individuano 13,1 milioni di cittadini inoccupati, in età compresa tra 15 e 64 anni, quindi in età lavorativa. Parliamo quindi di una grossa fetta della popolazione che, pur trovandosi nella fascia d’età in cui dovrebbe lavorare, sono attualmente privi di un’occupazione.
In sostanza, si tratta di circa il 21,9% della popolazione contro il 39,1% di quelli occupati. La differenza tra i due valori è estremamente esigua, soprattutto se si considerano due fattori, che non fanno sperare nulla di buono per il futuro, ovvero:
- La diminuzione della natalità
- L’aumento dell’età media e, dunque, di persone che accederanno alla pensione nei prossimi anni.
Attualmente in Italia, infatti, ci sono circa 16 milioni di pensionati per una pensione media di 1410 euro. Si tratta di un valore che, in molti casi, supera lo stipendio medio di una grossa fetta di lavoratori.
Questo dato ci fa capire che qualcosa non va nel verso giusto in Italia. Dopotutto se le pensioni risultano più alte dello stipendio medio, è chiaro che i conti non tornano.
Le previsioni per i prossimi anni sono piuttosto pessimistiche. In effetti, se i trend attuali dovessero essere confermati, nei prossimi decenni assisteremo ad una diminuzione delle nascite, quindi una costante riduzione del numero dei lavoratori, e un incremento delle pensioni da versare.
Alla luce di queste informazioni è possibile prevedere, nel prossimo futuro, la concreta impossibilità dell’INPS a versare le pensioni.
Quali sono le soluzioni possibili?
Il problema della crisi dell’INPS è piuttosto serio e per risolverlo servirebbe una significativa inversione di tendenza. Occorrerebbe, innanzitutto, incrementare gli stipendi e fare in modo che lo stipendio medio sia superiore alla pensione media.
Ma la cosa più importante, che permetterebbe di risolvere in parte il problema, prevede l’aumento del tasso occupazionale.
Come abbiamo visto più di 13 milioni di italiani, in età da lavoro, non produce ricchezza e, dunque, non versa contributi. Questo dato deve essere ridotto attraverso la promozione di politiche che incentivino il lavoro regolare e l’assunzione di nuovo personale.
Purtroppo lo scenario geopolitico dell’ultimo anno non fa presagire nulla di buono.
Un altro modo per risolvere il problema prevede l’aumento delle natalità. Solo così in futuro ci saranno giovani, che lavorando, produrranno ricchezza, assicurando una pensione ai loro nonni e ai loro genitori.
Purtroppo però, negli ultimi 20 anni il calo delle nascite è stato considerevole. Le cause di questo fenomeno sono legate all’aumento del costo della vita e all’assenza di supporti concreti per le famiglie, che permettano a mamma e a papà di lavorare, gestendo nel migliore dei modi la prole.