Nonostante lo scioglimento dei due rami del Parlamento, Senatori e Deputati hanno già maturato il diritto alla pensione.
La crisi di governo e le dimissioni dell’attuale premier Mario Draghi, hanno portato allo scioglimento dei due rami del Parlamento. Sergio Mattarella, il Presidente della Repubblica, non ha avuto altra scelta.
Le nuove elezioni sono indette per il prossimo 25 settembre 2022, con gli italiani che saranno chiamati a scegliere i nuovi rappresentanti.
La pensione dei Parlamentari dopo il primo mandato
Il voto anticipato non è mai una bella notizia. Possono sorridere però i Parlamentari Italiani, che potranno percepire la pensione a seguito del loro primo mandato. La normativa prevede che la durata minima di una legislatura, affinché il Parlamentare maturi i requisiti per la pensione, sia di 4 anni, 6 mesi e un giorno. Cosi a 65 anni gli attuali Parlamentari potranno avere il diritto alla pensione.
Come viene calcolata la pensione di un Parlamentare
Come anticipato, con l’attuale legislatura che ha raggiunto la durata minima prevista dalla legge, i Parlamentari al raggiungimento dei 65 anni avranno diritto alla pensione. Per il calcolo bisogna tenere conto dei contributi versati in questi anni, che sono di circa 50.000 euro, che daranno vita ad un assegno previdenziale di 200 euro lorde. Per quanto riguarda l’età anagrafica non è detto che questa sia 65 anni. Infatti, la legge prevede che per ogni anno passato in carica in più rispetto ai primi cinque, i senatori e i deputati possano andare in pensione un anno prima. Con un limite anagrafico fissato a 60 anni.
L’assegno di buona uscita per i Parlamentari
La durata minima della legislatura, ha dato diritto ad avere anche l’assegno di buona uscita. Una sorta di TFR (trattamento di fine rapporto) che Senatori e Deputati potranno percepire per questo mandato. In questo modo, ai Deputati sarà riconosciuto un assegno di 37.566 euro lordi, mentre ai Senatori una buona uscita di 37.386 euro lordi. L’importo viene stabilito tenendo in considerazione l’80% dell’importo lordo mensile riconosciuto per ogni anno di mandato. Dunque, una buona uscita sostanziosa per i Parlamentari italiani.
I temi caldi della prossima campagna elettorale
Un sondaggio elaborato da Ipsos rileva quali dovrebbero essere i temi più importanti, secondo gli italiani, della prossima campagna elettorale. Che come detto ci porterà verso il voto del prossimo 25 settembre. Per il 22% degli intervistati le priorità sono la necessità di lavoro e di intervenire sul caro prezzi. Sempre al 22% troviamo la lotta alla corruzione, seguita da una maggiore sicurezza con il 21%. Subito dopo abbiamo una maggiore tutela dell’ambiente e la riduzione delle tasse con il 19%. A seguire, con il 18%, la richiesta di maggiore uguaglianza. Chiudono l’immigrazione e la riduzione del precariato con il 12%.