La crisi di governo destabilizza un quadro già complicato. Col rialzo dei tassi deciso dalla Bce, il mutuo potrebbe diventare inavvicinabile.
Ha portato tante incognite la crisi di governo. Più che altro perché arrivata in un clima di totale incertezza per il futuro. Anzi, una certezza in realtà c’è: quella del caro vita.
I costi sono aumentati in tutti i settori e in tutti gli ambiti, mettendosi a braccetto con la progressiva diminuzione del potere d’acquisto. Il risultato è un’inflazione a marcia sostenuta e la possibilità sempre minore di riuscire ad assolvere alle spese quotidiane. Figurarsi quelle più importanti, come l’acquisto di una casa. In questo senso, la crisi di governo è stata tutt’altro che d’aiuto, visto che proprio in questo momento la Bce ha iniziato a rivedere al rialzo i tassi di interesse, con conseguenze immediate non solo per gli investitori in titoli di Stato ma anche per chi si approccia ai vari mercati in ottica finanziamento. Quello immobiliare non fa eccezione: se gli investitori vedranno scendere il valore dei Btp, chi chiede un mutuo si ritroverà di fronte al muro dei rincari sui tassi di interesse.
Un cattivo affare, anche al netto delle agevolazioni presenti. Una situazione scoraggiante in un momento in cui, peraltro, proprio le misure messe in atto per sostenere gli under 35 nell’acquisto della prima casa aveva portato a un rialzo degli investimenti in questo settore. Ora, però, col rialzo dei tassi di interesse non solo potrebbe essere più difficile ottenere il mutuo ma anche semplicemente avvicinarsi alla banca per richiedere un prestito. Un po’ quello che sta avvenendo con i titoli di Stato, con prospettiva negativa anche per le banche italiane, visto il debito pubblico. Senza contare che lo Stato pagherà di più per il rifinanziamento di questo (e si parla del rinnovo di cifre pazzesche, quali 341 miliardi entro un anno circa).
Mutuo, sale il tasso di interesse: perché è un affare negativo anche per le banche
Il quadro è complicato anche per chi presta, non solo per chi ottiene. Il tasso di interesse Euribor, ad esempio, subirà le ripercussioni maggiori. In pratica, i costi aumenterebbero anche nel momento in cui le banche dovessero prestarsi soldi tra loro. Chiaramente, se da un lato il denaro esce, dall’altro dovrà fisiologicamente rientrare. Il mutuo è quindi il primo indiziato, coi tassi di interesse più alti per i finanziamenti alle famiglie ma con l’effetto boomerang di una più difficile accessibilità. Secondo il Codacons, il rialzo dei tassi dovrebbe essere basato sul +0,50% registrato da quelli della Banca centrale europea. Il contraccolpo sarà sia sui prestiti futuri che su quelli già attivati sulla base di un tasso variabile. Naturalmente, i mutui già finanziati con tasso fisso non saranno toccati dalle novità.
In sostanza, sulla base di una richiesta di finanziamento da 200 mila euro (sempre ragionando sull’acquisto di una prima casa), stando agli indici Euribor attuali si andrebbe a pagare una rata di circa 620 euro. Cifra che salirebbe almeno di 60 euro se l’aumento dei tassi di interesse andasse a materializzarsi direttamente sul costo del finanziamento. La botta sul mutuo sarebbe di oltre 700 euro in appena un anno. E da Francoforte hanno già fatto sapere che i tassi sono destinati a salire ancora. Il risultato potrebbe essere un mutuo praticamente impossibile da approcciare. Brutta notizia per il mercato immobiliare, specie dopo la flessione dovuta alla pandemia. E proprio nel momento in cui le agevolazioni sembravano funzionare.