L’analisi degli esperti di Altroconsumo ha valutato uno dei prodotti più acquistati nei supermercati. Qual è la polpa di pomodoro migliore?
Il caldo non può fermarci. Le abitudini alimentari, spesso e volentieri, fanno a pugni con le temperature roventi che, in teoria, imporrebbero dei pasti meno corposi. Ad alcune cose, però, è decisamente difficile rinunciare.
In primis la pasta, meglio ancora se al pomodoro. Un simbolo assoluto della cultura culinaria italiana e, per questo, parte quasi irrinunciabile della nostra dieta. Certo, a meno che il medico non ci consigli espressamente di rimuoverla dai pasti abitudinari. Del resto, il pomodoro converge e attraversa il nostro regime alimentare, vista la tendenza tutta italiana a renderlo parte integrante della gastronomia. Forse per il suo sapore, così delicato da poter essere accostato a un’infinità di ricette. E pensare che l’ortaggio in questione non è nemmeno autoctono ma originario della parte centrale delle Americhe. Questione di abitudine e anche di predisposizione. L’Italia, in fatto di cucina, notoriamente fa da portabandiera a livello mondiale.
Vista la popolarità del prodotto, il pomodoro finisce sovente sotto l’occhio degli esperti. Non solo per definirne la qualità ma anche per capire se i costi siano conformi alle tendenze del consumo. La varietà e variabilità nell’utilizzo della bacca di Solanum lycopersicum (nome scientifico della pianta) impone un’attenzione particolare da parte dei mercati, visto che eventuali rialzi di un prodotto di larghissimo consumo, come appunto il pomodoro, non sfuggirebbe agli occhi di chi monitora, figuriamoci a quelli dei clienti. Per questo il bilanciamento fra qualità e praticità economica risulta fondamentale. Poi è chiaro che, di marca in marca, il prezzo possa modificarsi. Questioni di mercato, ci si può fare poco.
Interessante la graduatoria che Altroconsumo ha stilato in merito alla polpa di pomodoro (in passato sono state tenute d’occhio anche altre varianti), uno dei prodotti più consumati in assoluto dagli italiani. L’obiettivo dell’analisi, stavolta come nelle precedenti riguardanti altri alimenti, è stato quello di capire se le marche più costose fossero effettivamente le migliori anche in termini qualitativi. In pratica, senza tracce di pesticidi, muffe e quant’altro possa alterare la purezza del pomodoro e, soprattutto, porre le basi per potenziali rischi per i consumatori. Il test ha coinvolto 20 qualità differenti, le quali sono state analizzate sia in termini di verifica sulla composizione interna che di chiarezza sull’etichetta. Senza contare che, come ultimo esame, gli esperti hanno effettuato la verifica del rapporto qualità-prezzo in base all’assaggio.
L’etichetta, per legge, deve obbligatoriamente contenere alcune informazioni. Fra queste, il numero di lotto (fondamentale anche in caso di richiami alimentari), l’elenco degli ingredienti (la cui utilità è scontata), stabilimento di produzione, peso netto, ecc. Altre informazioni, pur utili, non sono obbligatorie in termini di legge. Ad esempio la modalità di consumazione e conservazione, così come la percentuale di pomodoro usato. Certo è che un’etichetta più completa ha maggiori possibilità di ottenere punteggi elevati in un test di questo tipo. L’analisi eseguita, tuttavia, è stata decisamente più estesa, prevedendo la verifica su dettagli come la quantità di sale, la presenza di impurità e il peso sgocciolato, ma anche la quantità di zuccheri, acido lattico e addirittura l’imballaggio.
I risultati ottenuti, come spesso accade, hanno concesso qualche sorpresa. La polpa di pomodoro Esselunga è risultata essere la migliore, con un punteggio di 74, sia in termini qualitativi che nel rapporto qualità-prezzo (1,31 euro a confezione). Completano il podio la polpa De Rica (73) e la De Cecco polpa a pezzettoni (70). Solo due polpe sono risultate di media qualità, ossia l’Alce Nero Polpa di Pomodoro Bio e la Naturasì Polpa di Pomodoro Bio. Questo, chiaramente, non significa che non siano prodotti rispondenti a tutti i crismi.