Tutto fatto. Il nuovo Digitale terrestre è ormai in sella e le conseguenze non sono state poi così tremende. A patto di non avere problemi di canali.
Un percorso in fondo più agevole di quanto ci si aspettasse per il nuovo Digitale terrestre. La temutissima nuova tecnologia, volta al passaggio su migliori standard qualitativi, non ha provocato grandi scossoni.
Anzi, il refarming del Digitale terrestre è ormai terminato con la fine del mese di giugno. Tutti, ormai, viaggiano sulla banda Sub 700MHz e i disagi, seppur riscontrati, non ha spostato di molto gli equilibri. Certo, per il passaggio definitivo ci sarà da attendere ancora qualche mese. Tuttavia, già da ora, è possibile fruire di una qualità di canale migliore, visto che persino le reti Rai hanno effettuato il passaggio definitivo all’HD. Chiaramente, alcuni canali sono scomparsi dai radar, non più visibili in quanto non più adeguati alla nuova frequenza DVB-T2 oppure trasmissibili unicamente in SD. In pratica, l’unico disagio reale (qualora non fosse stato necessario cambiare il proprio televisore) è stato l’aggiornamento dei canali.
Naturalmente, qualche criticità iniziale è rimasta. In primis il segnale debole, insufficiente per il nostro televisore per riuscire a captare un determinato canale. Oppure per trasmetterlo nella qualità richiesta. Una criticità sì ma solo fino a un certo punto. Perché anche per il Digitale terrestre vale in buona sostanza il discorso per il modem della rete di casa: un amplificatore di segnale potrebbe essere estremamente risolutivo. Il tutto senza nemmeno spendere troppo: venti euro circa e, il più delle volte, passa la paura.
Digitale terrestre, il metodo infallibile per captare i canali invisibili
Basta un dispositivo e una presa di corrente. Il primo acquistabile senza grossi sforzi economici, la seconda propria di tutte le abitazioni. Per quel che riguarda l’amplificatore, il suo scopo è sostanzialmente quello di captare i canali “fantasma”, inclusi quelli resi invisibili dal semplice aggiornamento dell’elenco dovuto al refarming. Si tratta di prodotti perlopiù da interno, applicabili nei punti strategici della nostra casa e tendenzialmente sufficienti per far sì che la qualità del segnale sia infinitamente migliore, anche nei luoghi meno esposti alla connessione dell’abitazione. Ad esempio, l’amplificatore AMP20 Meliconi, al costo di 22,99 euro, garantisce la trasmissione anche dei canali che, in precedenza, non erano nemmeno visibili sull’elenco di ricerca.
Basterà collegare l’apparecchio a una presa di corrente per far sì che agisca come vero e proprio tramite fra antenna e sintonizzatore Tv. Altro dato positivo, il supporto di due decoder, oppure di due televisori (con decoder incorporato). In pratica, il segnale sarebbe migliorato su due dispositivi differenti, indipendentemente dal loro posizionamento. Certo, se il segnale fosse buono e i canali non dovessero vedersi lo stesso, l’amplificatore potrebbe avere un’utilità relativa. A quel punto, saggezza vorrebbe una ricerca manuale, poiché il difetto potrebbe trovarsi non nella sintonizzazione ma nel dispositivo stesso. Anche in questo caso, non è detto che il problema si risolva. Ma è anche vero che l’operazione verte, in genere, sui canali meno battuti. Forse il problema potrebbe non essere così grave.