I tabaccai hanno iniziato una vera battaglia contro l’obbligo del POS imposto dal 1° luglio 2022. Finalmente è giunta una prima vittoria.
Le commissioni elevate tolgono guadagni agli esercenti soprattutto in relazione a pagamenti di prodotti già tassati.
Sigarette, valori bollati, biglietti dell’autobus, riviste, pagare con il POS questi prodotti significa ridurre i guadagni per gli esercenti. Da quando l’obbligo di accettare i pagamenti elettronici è stato realmente introdotto, i tabaccai si trovano a non poter rifiutare il bancomat per pagare due pacchetti di gomme o del tabacco. Contravvenendo alla normativa si rischiano multe di 30 euro più il 4% dell’importo della transazione negata. Detto tra noi, la possibilità di evitare l’obbligo esiste e alcuni furbi negozianti la stanno mettendo in atto. I controlli non ci sono e spetta al cittadino denunciare un eventuale pagamento elettronico rifiutato.
Quante saranno le persone che piuttosto di pagare due euro spicci si recano all’Autorità più vicina per lamentarsi di non aver potuto pagare con il POS? La maggior parte degli esercenti, però, vuole rispettare la Legge ma vuole trovarsi anche nelle condizioni di poterlo fare. Spesso la scelta è rifiutare la transazione oppure chiudere l’attività?
Tabaccai, una battaglia è quasi vinta
Federico Freni, sottosegretario del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha sottolineato come l’obbligo del POS per le rivendite di prodotti già tassati alla fonte (sigarette e valori bollati in primis) sia un aggravio inspiegabile. L’onorevole Mauro Rotelli di Fratelli d’Italia ha, poi, presentato un ordine del giorno chiedendo all’esecutivo di esonerare dall’obbligo chi ha un’attività di commercio al dettaglio per la vendita di giornali, riviste e periodici. L’applicazione della normativa che prevede sanzioni in caso di rifiuto di un pagamento con il POS non deve valere per chi paga commissioni troppo care e non ha i guadagni necessari per coprire le spese aggiuntive. Si necessita di un cambiamento delle direttive e fino ad allora si chiede di rimandare l’obbligatorietà a gennaio 2023, data prevista inizialmente.
Parte della sfera politica, dunque, sembra che stia intervenendo a favore dei tabaccai. le critiche e la battaglia iniziata dal 1° luglio stanno colpendo nel segno. Serve un compromesso che trovi un equilibrio tra l’esigenza del Governo di combattere l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro e la necessità per i tabaccai di non spendere più di quanto già facciano. A rischio sono numerose attività e l’economia non ha bisogno di un’ulteriore batosta.