Risparmiare il gas attraverso l’abbassamento di un grado della temperatura domestica. Uno sforzo che, in fondo, ci si potrebbe permettere. Lo dice Enea.
Il perdurare della guerra in Ucraina sta creando i presupposti per una crisi di rifornimenti senza precedenti. Presupposti solo perché, al momento, la potenziale crisi non è ancora reale emergenza.
La possibilità che avvenga il definitivo taglio alle forniture di gas da parte della Russia, però, ha destato l’attenzione non solo degli addetti ai lavori ma anche dei singoli risparmiatori. Ansiosi di sapere non solo quali saranno le eventuali alternative per l’approvvigionamento di materia prima ma anche come sarà possibile contribuire al risparmio quando le temperature renderanno necessaria la riaccensione dei termosifoni. In realtà, un piano abbastanza alla portata di tutti ci sarebbe anche. È stato infatti ipotizzato che, attraverso l’abbassamento di un solo grado la temperatura del riscaldamento domestico, gli italiani potrebbero arrivare a risparmiare qualcosa come 2,7 miliardi di metri cubi di gas metano all’anno. Il che significherebbe una bolletta ridotta di almeno 180 euro.
Praticamente oro di questi tempi, a fronte di un cambiamento di rotta nella gestione del riscaldamento che, di fatto, sarebbe praticamente impercettibile. La ricetta è quindi abbastanza semplice: riducendo di circa un’ora al giorno l’accensione dei termosifoni e di 15 giorni all’anno il periodo di accensione, si dilazionerebbero le risorse senza patire troppo il freddo. A sostenerlo è uno studio effettuato da Enea e denominato “Azioni per la riduzione del fabbisogno nazionale di gas nel settore residenziale”. Il quale affronta quello che, al di là dei risvolti economici statali, rappresenta un problema di tutti. Il grado di scarto sarebbe dai 20 abituali ai 19. Il risparmio complessivo sarebbe del 10,7%.
Gas, risparmio con un grado: lo studio che dilaziona le risorse senza rimetterci
Secondo le tesi avanzate dalla ricerca, la riduzione di un’ora al giorno dell’accensione del riscaldamento riuscirebbe a capitalizzare gli sforzi per il risparmio del gas. La diminuzione dei consumi raggiungerebbe in breve quota 3,6% rispetto al consumo abituale. In questo modo, aggiungendo un sacrificio complessivo di 15 giorni l’anno rispetto al periodo di accensione più frequente, il risparmio arriverebbe brevemente all’agognato 17,5%, ossia i fatidici 2,7 miliardi di metri cubi di gas. In buona parte, questi deriverebbero dall’abbassamento di un grado da 20 a 19 (1,65 miliardi), mentre il resto (550 milioni) dalla riduzione di un’ora nell’accensione giornaliera. Due fattori che, tutto sommato, possono sommarsi in modo abbastanza facile.
Non va dimenticato, infatti, che esistono delle caldaie apposite a risparmio agevolato, che arrivano allo spegnimento dei riscaldamenti una volta raggiunta la temperatura ideale. Un accorgimento al quale può essere affiancata una semplice accortezza da parte del risparmiatore. Sul piano delle bollette, infatti, ci si guadagnerebbe sensibilmente: 178 euro l’anno per ogni famiglia, senza contare il risparmio indotto. Questo perché, accanto alla riduzione del gas per l’acqua calda, si affiancherebbe quella dell’energia elettrica, migliorando l’utilizzo degli elettrodomestici. Un aiuto che, chiaramente, ci si deve dare da soli. Tuttavia, la gestione sagace e oculata dei dispositivi domestici è possibile. Basta applicarsi, così da evitare una ricaduta ben più pesante in termini di provvedimenti. Quelli che potrebbero essere presi se una soluzione non dovesse essere trovata.