Il salasso della spesa alimentare impedirà agli italiani di riempire il carrello come di consuetudine. I rincari del 20% di alcuni prodotti comporteranno numerose rinunce.
Aumenti del 20% sugli scaffali dei supermercato. Alcuni prodotti stanno diventando beni di lusso per le famiglie italiane.
Siamo alle prese con un’inflazione altissima, circa l’8%, e le previsioni ipotizzano un aumento della percentuale nel prossimo autunno. La rapida salita si traduce in prezzi alle stelle per ogni bene, nessuno escluso. La diretta conseguenza è lo svuotarsi dei portafogli degli italiani con acquisti nettamente inferiori rispetto a quelli di pochi mesi fa. Riempire il carrello della spesa, oggi, fa lievitare lo scontrino soprattutto se nelle buste si mettono quei prodotti che presto subiranno un rincaro dal 20%. La colpa è della guerra tra Russia e Ucraina con l’aumento dei costi del carburante, delle materie prime e dei trasporti ma non bisogna dimenticare come le speculazioni incidano ugualmente sulla difficile situazione economica che stiamo vivendo. Una parte consistente dei rincari sta coinvolgendo le filiere e ogni cittadino ha già potuto leggere gli effetti sul prezzo dei generi alimentari. Ma non è finita qui.
Spesa alimentare, prodotti in aumento del 20%
La guerra si sta prolungando troppo e il peso sulle filiere produttive rischia di schiacciare completamente le imprese. La gravità in aumento della situazione comporta inevitabilmente un ulteriore rincaro dei prezzi con previsioni fino al 20% in più tra poche settimane. A denunciare le difficoltà Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera italiana, che sottolinea un aumento medio dei prezzi a livello globale. I prodotti agricoli hanno subito rincari del 23% con valori ben oltre la soglia che destano particolare preoccupazione principalmente nei Paesi a rischio carestia. In Italia, poi, gli aumenti provocano un danno alle piccole imprese che faticano a sopravvivere e troppo spesso sono costrette a chiudere (una su dieci). Con il gas a 175 euro a megawattora, lo + 85% del costo del cartone, gli aumenti generali delle materie prime, l’irreperibilità dell’anidride carbonica si sta toccando il fondo del baratro e la risalita sembra, ad oggi, impossibile.
Il divario tra le imprese
Poche fortunate imprese riescono ad ottenere incrementi di produzione del 25% nonostante la percentuale sia insufficiente a coprire i costi. Fino ad ora le aziende hanno tentato di non far ricadere le difficoltà sui prezzi di vendita – non del tutto almeno – per non rischiare che le scelte dei consumatori ricadessero su altri prodotti. Ora, però, la situazione sta diventando insostenibile e la mancanza di guadagni sufficienti per equiparare le spese è sempre più complicata da gestire. Ciò significa, secondo Scordamaglia, che a settembre i prezzi dei prodotti aumenteranno e i rincari colpiranno soprattutto i beni di prima necessità. La stima è di aumenti del 20% che metteranno le famiglie italiane davanti ad una scelta. Spendere una fortuna oppure riempire il carrello della spesa alimentare a metà.