Al vaglio dell’esecutivo la possibilità di applicare delle limitazioni per quanto riguarda l’utilizzo del gas che arriva dalla Russia.
La guerra tra Russia e Ucraina ha messo in ginocchio l’economia e innalzato i prezzi di alcune materie prime. In virtù di questi rincari, il governo italiano ha pensato ad un piano di emergenza per contenere i danni. I limiti posti dall’esecutivo nazionale riguarderanno l’utilizzo di riscaldamenti, aria condizionata e impianti di illuminazione.
In caso di ipotesi peggiore, si potrà decidere anche per la chiusura anticipata dei negozi alle 19 e dei locali alle 23. Una fase due dell’emergenza sull’energia che scatterà in caso di nuovi tagli alla fornitura del gas. Stando ai calcoli, con un utilizzo razionale anche del residenziale si può risparmiare fino al 20% del gas che arriva dalla Russia.
Cosa prevede il governo Draghi
Come anticipato da il messaggero il governo guidato da Mario Draghi ha previsto un piano di rientro dall’emergenza suddiviso in più fasi. Da prima, nel periodo invernale, sarà applicata una riduzione all’utilizzo dei termosifoni in ogni abitazione, con una temperatura ridotta di due gradi e dei paletti sugli orari da utilizzarli.
Nel periodo estivo potrebbero arrivare dei limiti all’utilizzo dell’area condizionata fino a 27 gradi. Qualora queste misure non saranno sufficienti, si parla di un taglio all’illuminazione pubblica, quella esterna agli appartamenti e ai condomini. Un taglio che potrà arrivare fino al 40%. Qualora l’emergenza non fosse rientrata l’esecutivo sta valutando interventi più duri, al fine di limitare l’utilizzo dei gas che provengono dalla Russia. L’ipotesi è quella di una chiusura anticipata degli uffici pubblici alle 17:30.
In parte l’austerity è già scattata
In sostanza l’austerity, se pur in minima parte, è già stata introdotta. Infatti, dal primo maggio di quest’anno e fino ad aprile del 2023, le temperature all’interno degli uffici pubblici non potranno essere superiori ai 19 gradi nel periodo invernale e ai 27 in quello estivo. La chiusura anticipata di attività commerciali e pub sarebbe la parte successiva. Questa, dovrebbe riguardare anche le attività che vendono beni di prima necessità, eccezion fatta per le farmacie.
Mentre i locali dovrebbero chiudere per le 23. Qualora entrerà in vigore, il nuovo orario sarà applicato per pub, ristoranti, bar e discoteche. Inoltre, come ricorda La Repubblica, si prevede l’interruzione delle forniture, seppur per un periodo di tempo limitato, alle grandi industrie. Ad esempio per i cementifici, le acciaierie, le aziende di ceramica e di vetro. Queste attività per loro natura hanno un consumo maggiore. Vedremo se il piano di limitazioni previsto dal governo sarà sufficiente per evitare ulteriori chiusure anticipate.